Suoni Oltre Confine: lettera d’intenti per un Festival nascente

La musica classica ha un problema: il pubblico non c’è più, o quello che c’è appartiene spesso esclusivamente a fasce ristrette di appassionati e persone che possono permetterselo o hanno ereditato questa passione da precedenti generazioni, quando la musica era un linguaggio comune e condiviso.

E c’è un altro problema nel problema: la musica che si fa oggi ha ancora meno pubblico di quel poco che ha la musica di due secoli fa, per fare un esempio. Non c’è dialogo – spesso – tra chi crea e chi dovrebbe ascoltare, tra chi fa musica e chi si dedica alle altre arti, a chi ragiona e crea circostanze.

La situazione è così grave? Per fortuna esistono delle eccezioni, ma il quadro è tutt’altro che felice, specie se guardiamo alla percezione che si ha della musica sui grandi mezzi d’informazioni. I numi tutelari della classica, specie quelli delle precedenti generazioni, fanno notizia più per battute sulla band del momento – spesso sapientemente decontestualizzate e virgolettate da scaltri titolisti – che non per le loro iniziative. Quando poi a salire agli onori delle cronache sono le fondazioni lirico-sinfoniche, la situazione non è più rosea, anzi, ma talvolta l’interesse per la grande orchestra che riesce ancora a crearsi uno spazio nell’immaginario collettivo riesce a fare il suo, oltre al successo che continuano a riscuotere iniziative crossover tra musica e cinema. Per la musica da camera, invece, sembra sia notte fonda.

Che fare, dunque?

Da queste considerazioni e soprattutto da questo interrogativo finale nasce la scintilla che ha portato al Battesimo di Suoni Oltre Confine, il nuovo festival di musica classica che sta per vedere la luce il prossimo 26 novembre a Minturno, al confine tra Lazio e Campania. Con 7 concerti in 7 mesi, tutti dedicati alla musica da camera, mettendo a confronto musica di repertorio e rarità, giovani compositori emergenti e voci affermate del nostro tempo, si prova a portare qualcosa di nuovo.

Qualcosa di nuovo? In realtà, si prova a rifare quello che la musica ha sempre fatto: creare aggregazione, comunità, raccogliere anime attorno ad un piccolo salotto creativo in cui un gruppo di musicisti, quando non un gruppo di amici, si riunisce per dare voce alle meraviglie di un pentagramma.

E come si affrontano i problemi che sembrano endemici della musica oggi? Valicando un confine, anzitutto: quello che separa le giovani generazioni dalla musica di oggi. E Suoni Oltre Confine mette al centro le giovani generazioni proprio dal suo atto fondativo, ovvero la scelta di una scuola superiore come sala per i concerti, coinvolgendo gli studenti in tutti i momenti della creazione e diffusione della sua musica.

E riducendo la distanza tra chi crea musica e chi la suona, inserendo nuova musica – ma non solo le classiche prime assolute destinate a nascere e morire per l’occasione: c’è spazio per giovanissimi compositori, per premieres italiane di grandi nomi internazionali come Thomas Adés o la compianta Kaaija Saariaho, e per autori italiani già affermati, come Roberto Vetrano. Gli interpreti anche sono selezionati con lo stesso criterio: i gruppi rampa di lancio la fanno da padrone, come il Trio Amal che aprirà le danze nel concerto del 26 novembre, ma nel corso della stagione troveranno spazio anche vecchie conoscenze del mondo della musica classica, con nomi come Paolo Andreoli nella sua nuova formazione del Trio Antares.

L’ultima considerazione riguarda costruire qualcosa per tutte le generazioni, a cominciare da quelle presenti, e per tutti i territori. La scelta di Minturno non è casuale. Si tratta di un territorio da sempre ricco di offerta turistica che raccoglie un bacino d’utenza di due regioni, con un museo a cielo aperto come quasi tutti i centri attraversati dalla regina viarum, la Via Appia, ma che ha cominciato solo di recente a scommettere sulla cultura musicale. I primi esperimenti di concerti all’aperto sono stati incoraggianti, e adesso vale la pena di provare ad alzare l’asticella, senza dimenticare che la proposta però è prima di tutto un’offerta dal territorio per il territorio. Suoni Oltre Confine nasce come una stagione a ingresso libero, per permettere a tutti di fruire di questa inedita offerta culturale, ma si poggia su un solido supporto istituzionale e di tutte le realtà locali: dai ristoranti, come Panempetto che offrirà il catering per la serata inaugurale, alle attività professionali, il contributo di tutta la comunità per partecipare è capillare e convinto, in uno sforzo reciproco per creare qualcosa di nuovo ma duraturo: la programmazione di una stagione di musica da camera è forse il tentativo più ambizioso che si potesse offrire come dono, ma c’è la convinzione che ne valga la pena, eccome. E se da Minturno si potesse iniziare una piccola rivoluzione per tutto il microcosmo della musica classica?

Filippo Simonelli
Paolo Catenaccio – Direttore Artistico

suonioltreconfine.it

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