L’azione drammaturgica, calata in un tempo assai vicino al nostro – i costumi contemporanei sono di Tommaso Lagattolla – vede caratterizzazioni precise, perfettamente definite, mai banalizzate in gesti plateali, il tutto in una contrapposizione tra il mondo sotterraneo della miniera e i “visitatori” che invece arrivano sempre dalla parte alta della scena.
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Zanetto è insomma una “prova d’autore” che dimostra la volontà e la capacità del livornese di mantenere larghe le sue vedute drammaturgiche e musicali.
La lunga collaborazione con Bob Wilson, di cui Frigeni è stato assistente prima e co-regista poi, risalta con tutta evidenza nell’approccio all’estremo, incompleto capolavoro pucciniano […] che perde in esotismo ma guadagna in risalto dello spessore drammaturgico che gli è connaturato.
Le proiezioni, ripartite su tre schermi a fondo scena, sono intriganti nella loro psichedelicità in HD, ma finiscono per essere più installazioni autonome che non supporto drammaturgico all’azione, anche perché a fronte di tanta tecnologia l’idea registica di Cherstich è datatissima nella sua staticità e nell’imporre i protagonisti immobili al proscenio.
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