Trento: Brunello presenta la nuova edizione dei Suoni delle Dolomiti

Ascolto, silenzio, luce e accessibilità. Queste, secondo il direttore artistico Mario Brunello, sono le parole significative della nuova edizione dei Suoni delle Dolomiti, manifestazione musicale che attraversa generi molto diversi e che si svolgerà negli splendidi paesaggi montani del Trentino dal 28 agosto al 29 settembre prossimi.

«Abbiamo cercato assieme al pubblico e all’organizzazione di descrivere quali sono i valori evidenti di questo festival – spiega Brunello alla conferenza stampa, tenutasi negli spazi del Muse, Museo delle scienze di Trento, il 19 aprile – e ne è venuto fuori un manifesto di tredici parole simbolo che ci piace molto divulgare. Partirei dalla parola ascolto. È un tema fondamentale per gli sfondi delle Dolomiti, perché è una maniera completamente nuova e diversa di ascoltare la musica, che va scoperta piano piano; prima di tutto perché ci si avvicina al luogo del concento molto spesso insieme agli artisti, ci si accomoda alla distanza che ognuno decide in base alla propria voglia di partecipare, di assistere oppure di essere protagonista; poi l’ascolto avviene proprio direttamente da orecchio a suono, cioè non c’è il filtro dell’acustica della sala da concerto, dell’acustica preziosa della Musikverein o delle grandi sale da concerto, c’è solo l’aria, lo spazio che deve essere riempito dai suoni e deve arrivare direttamente alle orecchie di chi ascolta e questo è un ascolto preziosissimo.

Un’altra parola simbolo che si contrappone all’ascolto è il silenzio. Il silenzio non esiste, come ha ben detto John Cage nella sua musica e nei suoi trattati. Dobbiamo renderci conto che il silenzio è un modo per mettere in evidenza tutto il suono che sta intorno a noi, durante i concerti dei Suoni delle Dolomiti ma anche nei momenti di attesa del suono, nei momenti di attesa dell’alba, in quelli dell’ultima nota e dell’applauso dopo l’ultima nota; quel silenzio è assolutamente unico come sono uniche le Dolomiti. L’ultima parola che scelgo – prosegue Brunello – è la luce, un elemento molto importante del festival perché è una scenografia naturale; nessuno l’ha pensata o preparata, siamo sempre stupiti da quante sorprese ci offrono le nuvole, i raggi di sole sulle rocce. La luce va insieme alla musica e alle volte anche una modulazione in re maggiore si può assaporare in modo diverso quando improvvisamente arriva un raggio di sole. Tutti questi piccoli grandi dettagli sono i Suoni delle Dolomiti e si possono trovare in questo festival da 29 anni».

Per l’accessibilità, parola fondamentale nell’epoca in cui viviamo, Brunello cede la parola a Stefania Clemente, referente progetto “Trentino Open” per Trentino Marketing, che spiega come sia «un dono, oltre ad essere certamente un diritto, portare le persone con disabilità motoria e quelle sorde o ipovedenti nelle Terre Alte a vivere questa esperienza; una sfida certamente, ma anche un’occasione di unire un gruppo di persone intorno a un progetto. In Trentino ho imparato che le sfide non si vincono mai da soli ma sempre e solo insieme». Ciò sarà possibile per alcuni eventi grazie agli innovativi strumenti audio-tattili Subpac e ai mezzi di Remoove (isuoniaccessibili@re-moove.it).

Il calendario conta venti concerti pensati per quella bella stagione di fine estate dove da diversi anni, anche in quota, indugiano temperature calde. I Suoni delle Dolomiti sono un’offerta di musica all’aperto inusuale: le sedie sono prati d’erba o spuntoni di roccia, l’outfit richiede le scarpe più comode di sempre, ossia quelle da trekking, il trucco ideale è il soffio di vento pieno di profumi di bosco che ti accarezza le guance e tutto succede ad altitudini dove è più facile incontrare una marmotta che un violoncellista innamorato di Bach, per questo al principio è parsa un’idea a dir poco stravagante. Eppure, dopo 29 anni, si è trasformata in una “tradizione portatrice di felicità”, come ha sottolineato Chiara Bassetti, che ne è stata ideatrice assieme a Paolo Manfrini all’interno di Trentino Marketing.

Tutti i concerti si tengono a mezzogiorno (in caso di maltempo l’orario si sposta al tardo pomeriggio in una sala al chiuso più a valle) e sono gratuiti. Si comincia con la world music e il fado della cantante Carminho (28 agosto, Pian della Nana, Malga Tassulla – Dolomiti di Brenta – 2.080 m, Val di Non) per terminare con il cantautore Roberto Vecchioni (29 settembre, Rifugio Micheluzzi, Sassolungo – 1.850 metri, Val di Fassa). In mezzo nomi importanti tra jazz (Bandakadabra, Renaud Garcia-Fons Trio, Paolo Conte Legacy), folk (Gurdjieff Ensemble, Faraualla) e cantautori (Foy Vince, Raphael Gualazzi) senza dimenticare la classica, forse il mondo meno incline ad uscire dai velluti di un teatro. Chi ha accettato in questo senso la sfida di salire in vetta sono la cornista dei Berliner Sarah Willis in un programma tra Mozart e il Mambo (22 settembre, Camp Centener, Dolomiti di Brenta – 2.082 m, Madonna di Campiglio, Pinzolo e Val Rendena), il Quartetto Arod con Haydn e Schumann (14 settembre, Laghi di Bombasèl, Catena del Lagorai – 2.268 m , Val di Fiemme), Giovanni Gnocchi con i violoncellisti del Mozarteum di Salisburgo (31 agosto, Malga Canvere, Gruppo Viezzena – Bocche – 1.975 m, Val di Fiemme), il duo formato dalla violinista Clarissa Bevilacqua e dalla violista Vika Powell, tra Mozart e Sollima (7 settembre, Col Bel, Gruppo dei Monzoni – Buffaure – 2.410 m, Val di Fassa) e infine la Camerata Royal Concertgebouw Orchestra Amsterdam che si spinge all’ardito suonando Mozart all’alba (8 settembre ad ore 6.40, Prà Castron di Flavona – Dolomiti di Brenta, Madonna di Campiglio, Pinzolo e Val Rendena). La Camerata e il Quartetto Arod si fermeranno sulle vette dopo i concerti per tenere delle Masterclass in mezzo ai prati, novità di questa edizione, con gli allievi del Conservatorio “Bonporti” di Trento e Riva del Garda. «Pensiamo che una scuola di alta formazione come il Conservatorio in mezzo alle Dolomiti – spiega Brunello – non possa non offrire una prospettiva di musica tra le montagne. La musica non è solo per il Teatro alla Scala o per altri grandi Auditorium, ma abbiamo i più begli auditorium del mondo per loro in questa natura».

Le Dolomiti saranno palcoscenico anche dell’omaggio all’anniversario pucciniano: il soprano Lana Kos e il tenore Raffaele Abete faranno risuonare gli abeti rossi del Parco di Paneveggio con le più amate arie e duetti da La Bohème, Tosca e Turandot, accompagnati da I Solisti di Verona, ensemble formato dalle prime parti dell’Orchestra dell’Arena di Verona (13 settembre, Villa Welsperg, Val Canali, Pale di San Martino – 1.038 m, San Martino di Castrozza, Passo Rolle, Primiero e Vanoi).

Perla del programma, l’esperienza più intima e vera di cammino e ascolto sulle montagne, è il Trekking di tre giorni con lo scrittore Paolo Cognetti e i musicisti Mario e Pietro Brunello (4-6 settembre, San Martino di Castrozza, Passo Rolle, Primiero e Vanoi; iniziativa a pagamento e con posti limitati, da prenotare). Un incontro di voci, chitarra e violoncello per raccontare sulle Dolomiti le Badland americane con le canzoni di Dylan, Springsteen, Johnny Cash, che terminerà con un concerto aperto a tutti (6 settembre, Prati Col, Pale di San Martino – 1.480 m, San Martino di Castrozza, Passo Rolle, Primiero e Vanoi). Ancora musica e letteratura con i Potenziali Evocati Multimediali, allievi della Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino diretta da Gabriele Vacis, che propone un viaggio sonoro nello spazio e nel tempo, una babele di musiche e dialetti dalla Liguria alla Puglia, dalla Grecia all’Islanda (29 settembre, Località Tresca, Gruppo Cornacci – Monte Agnello – 2.200 m, Val di Fiemme).

Monique Cìola
(21 aprile 2024)

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