Treviso: Sogno o son desto? Viaggio nel fin de siècle francese

Quando gli uomini sapevano sognare è l’evocativo titolo del concerto tenutosi il 19 marzo al Teatro Mario Del Monaco di Treviso e che ha visto protagonisti il pianista Filippo Faes insieme al Quartetto di Cremona. Una serata dedicata alla Belle époque con al centro il diverso slancio creativo che caratterizzò due tra i compositori di spicco del periodo: Maurice Ravel (1875 – 1937) e Gabriel Fauré (1845 – 1924), suo maestro.

Appena si abbassano le luci, in apertura di concerto, il trascinante Faes afferra il microfono per illustrare appassionatamente la scelta delle opere che ascolteremo questa sera, evocando fatti storici e suggestioni poetiche.

La Francia d’inizio secolo sembra così apparire magicamente di fronte ai nostri occhi sulle note di Ravel, col suo Prelude in la minore: brevissimo, ma fondamentale preludio (fuori programma) alla serata, è una prova di lettura composta per un concorso interno al Conservatorio di Parigi e commissionata da Fauré a Ravel. Si ascolta, quindi, il Menuet Antique (1895), nella sua classica struttura ternaria, sguardo al passato: siamo in una corte francese settecentesca vista attraverso la fine dell’Ottocento. Jeux d’eau dà modo al pubblico di apprezzare le qualità tecniche e musicali del pianista: raffinatezza di tocco e profonda ricerca interiore che si traduce in un suono cristallino, puro; un’interpretazione in cui i fraseggi sono sempre coerenti al testo musicale e molto “sentiti”. Allo stesso modo una grande compostezza e solennità è espressa nella Pavane pour une infante défunte dove lo studio della partitura si dimostra meditato e nella quale le cangianti armonie danno un gran sostegno a una melodia piuttosto semplice, ma ricca di bellezza. Domina l’elemento acqueo in Une barque sur l’océan, tratto dalla raccolta Miroirs, che descrive, quasi evocandola, una lunga onda che solleva delicatamente l’immaginaria barca: qui la solidità tecnica di Faes è particolarmente evidente e ancora una volta notiamo la ricerca della chiarezza del suono.

Il Quartetto per archi in fa maggiore di Ravel vede protagonista invece il solo Quartetto di Cremona: sin dalle prime note incanta il pubblico e crea un nuovo margine/scarto temporale, quasi sospeso rispetto al normale fluire del tempo. Suscita interesse, in particolar modo, il secondo movimento nella sala del Del Monaco, silenziosa e attenta, soprattutto quando i precisissimi pizzicati lasciano poi spazio a un intenso dialogo tra gli strumenti. L’affiatamento del Quartetto di Cremona e la profonda conoscenza del proprio suono dei singoli strumentisti e della reattività dello stesso in risposta a quello altrui, dà luogo a una ottima comunione di intenti che in questa partitura dà origine a una gran resa sonora e interpretativa.

Il Quartetto di Ravel (1904), dedicato al suo maestro, è connessione tra la prima e la seconda parte del concerto che prevede, dopo l’intervallo, il raro Quintetto per pianoforte e archi n. 2 in do minore op. 115 di Fauré. Travolgente e pieno di vitalità, ricco di timbri diversi e assai diversificati nel corso dei quattro movimenti, il Quintetto fa ascoltare richiami nostalgici e inquieti, sottolineati anche dalla presenza nel testo musicale di frequenti sincopi. Qui la sinergia fra Quartetto e pianista è alle stelle.

Come omaggio al pubblico in sala, gli interpreti eseguono quindi il secondo movimento In modo d’una Marcia. Un poco largamente del Quintetto per pianoforte e archi op. 44 di Robert Schumann, tra le pagine più drammatiche e significative di tutta la letteratura per questo ensemble.

“Sogno o son desto?” Come Cartesio si poneva questo grande quesito, anche il pubblico in sala sembra percorso da questa domanda, con l’animo scosso – nel senso positivo del termine – e intimamente toccato dal viaggio appena percorso attraverso le atmosfere della musica francese fin de siècle. Gli artisti hanno saputo dare sapientemente suono e corpo agli “uomini che sapevano sognare”.

Irene Fortunato
(19 marzo 2024)

La locandina

Pianoforte Filippo Faes
Quartetto di Cremona
Programma:
Maurice Ravel 
Prelude in la minore
Menuet Antique
Jeux d’eau
Pavane pour une infante défunte
Une barque sur l’océan
Quartetto per archi in fa maggiore
Gabriel Fauré 
Quintetto per pianoforte e archi n. 2 in do minore op. 115

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