Udine: Piccoli Grandi Eventi al teatrone

Apprezzata dai suoi collaboratori, seguita con interesse dal pubblico, in soli sei mesi di direzione artistica per la musica e per la danza, Fiorenza Cedolins ha conquistato il Teatro Nuovo Giovanni da Udine. Friulana lo è, anche se viene dalle alte montagne del pordenonese, ma il legame con la propria terra d’origine Cedolins lo ha sempre coltivato.

Così, approdare a Udine è stata una naturale conseguenza di un percorso internazionale che inizia dall’estremo Nord Est d’Italia, nelle file del coro del Teatro Verdi di Trieste, con cui ha rinsaldato i rapporti, poi in ruoli piccoli alla Fenice e altrove. E finalmente la grande carriera, che ancora prosegue, inframmezzata da Master, insegnamento e, ora, la direzione di un teatro.

Meglio, di un teatrone come più o meno affettuosamente lo chiamano gli udinesi, definizione che Fiorenza Cedolins ha subito fatto sua. Inaugurata con un grande concerto sinfonico con protagonisti di richiamo internazionale, sulla scia di quanto fatto dai suoi predecessori, la neodirettrice ha arricchito di una nuova serie di appuntamenti, denominati Piccoli Grandi Eventi, in programma da ottobre 2023 ad aprile 2024, l’offerta del Giovanni da Udine. Nella piacevole forma della conferenza-concerto, cantanti lirici, pianisti, critici musicali e giornalisti faranno conoscenza del cosiddetto teatrone.

Si è cominciato bene, con due appuntamenti dedicati ai grandi successi della canzone, spesso nati dalla vena popolare e rimasti nella storia e nel repertorio classico dei più grandi interpreti in tutto il mondo. Una di essi, di cui ricorre quest’anno, come per Maria Callas o Cesare Siepi, il centenario della nascita ha avuto l’onore di aprire le danze. Victoria de Los Angeles, un mito per ogni appassionato d’opera, me compreso, per la raffinatezza e lo stile del suo canto angelico, come il nome dichiara. A ricordarla, introdotto con disinvoltura dalla direttrice-padrona di casa, nella conversazione intitolata Quando la canzonetta diventa un classico? Il Lied, è stato il critico musicale argentino Jorge Binaghi, cofondatore della Fundaciò Victoria de los Ángeles di Barcellona, ammiratore e amico della grande artista catalana, vera icona del canto negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso.

Sono state parole equilibrate e semplici quelle che Jorge ha dedicato a Victoria, lasciando spazio a un gruppo di video che ci hanno restituito l’immagine e l’arte preziosa di de Los Angeles.

A seguire, senza soluzione di continuità, Gaja Vittoria Pellizzari, soprano, accompagnata al pianoforte da Alessandro Del Gobbo, entrambi artisti del territorio, si sono misurati con un nutrito gruppo di brani del repertorio cameristico di Victoria e di compositori a lei cari. Si è cominciato con Mozart, “Ridente la calma” destinata a Susanna ne Le Nozze di Figaro, l’opera che segnò il debutto, nel personaggio nobile della Contessa, della de Los Angeles. Si è proseguito con Beethoven, Schumann (l’immortale “Widmung”), con il dolce Wiegenlied di Brahms. Gretchen am Spinnrade è stata invece eseguita dal solo pianoforte, per dare modo a Pellizzari di affrontare con le consuete sicurezza e musicalità un secondo gruppo di canzoni, che allo Schubert in italiano di “Da quel sembiante appresi”, ci ha portato a Rossini, al Parisotti di “Se tu m’ami”, alla Pauline Viardot di “Povera me” per chiudersi in versione spagnola con “El Vito” di Obradors, autore molto caro a Victoria. Il giovane duo ha evidenziato grande affiatamento ed eccellente preparazione che il soprano deve ad Annamaria Dell’Oste, soprano a sua volta (e di non comuni capacità), ora docente al Conservatorio Tomadini di Udine e zia della sua allieva preferita. Cui suggeriamo, però, specie nel repertorio cameristico, di approfondire la dizione e la restituzione del testo che non è, ancora, all’altezza della cura del suono.

E’ seguito, dopo un incontro nel Foyer con un’amichevole bicchierata fra amici, Quando la canzonetta diventa un classico? Le canzoni, con Stefania Seculin, mezzosoprano, attrice e performer accompagnata al pianoforte da Eleonora Lana, magnifica musicista e nipote d’arte, suo nonno era il grande violoncellista Libero Lana.

Da ‘A vucchella a Caruso, da New York, New York a Over the Rainbow, la brava e comunicativa Seculin ci ha fatto attraversare un secolo di canzoni popolari diventate dei veri classici. Che dire? Brava la padrona di casa e bravi gli ospiti, friulani e no.

Rino Alessi

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