Udine: un concerto tutto al femminile

Ironia della sorte ha voluto che all’indomani della scadenza del suo contratto non rinnovato (Giustamente? Ingiustamente? La polemica sul caso è ancora in atto) come direttrice artistica con il Teatro Nuovo Giovanni da Udine, Fiorenza Cedolins si sia presentata al pubblico che lo gremiva, e che ha applaudito la serata molto generosamente, con la proposta musicale più inconsueta e interessante della stagione di musica e danza 2023/2024 da lei ideata. Debuttava in Friuli, ma riteniamo – possiamo sbagliarci – anche in Italia, un’orchestra tutta al femminile, la Female Symphonic Orchestra Austria (FSOA) diretta con energia e determinazione da una giovane musicista italiana, Silvia Spinnato che ha il merito di non far parlare di sé per la sua capigliatura fluente o per altre futili questioni, ma per il semplice fatto che della compagine salisburghese è fondatrice.

Ulteriore merito di FSOA e di Spinnato, è quello di avere fra i propri obiettivi la valorizzazione del repertorio sinfonico di compositrici del periodo classico e romantico ancora poco conosciute al grande pubblico. Ed è stata, infatti, incentrata sulla produzione musicale di un’artista rivoluzionaria nel mondo della musica classica ma ancora sconosciuta ai più, – la statunitense Amy Marcy Cheney Beach (1867-1944), – la prima parte del programma del concerto che ripercorreva le sue più belle creazioni, iniziando dalla Sinfonia in Mi minore op. 32 “Gaelic” eseguita per la prima volta nel 1894 da uno dei complessi più importanti d’oltre Atlantico, la Boston Symphony Orchestra. A seguire, e con la partecipazione speciale di Fiorenza Cedolins, non più direttrice artistica ma semplicemente soprano, una serie di Songs che a Udine si sono ascoltati in prima esecuzione assoluta. Composti da Beach, su testo proprio il primo gruppo op. 29, e su versi del poeta inglese Robert Browning, nel 1899, il secondo op. 44, sono stati orchestrati, su commissione del Giovanni da Udine, dalla giovane compositrice palermitana Valentina Casesa. Una proposta accattivante.

L’assaggio udinese delle musiche di Amy Beach è stato positivamente accolto. La Sinfonia Gaelic d’apertura è brano coinvolgente, meno nel primo movimento, “Allegro con fuoco”, più nel secondo, “Alla Siciliana – Allegro vivace – Andante”, in cui Beach introduce una semplice melodia popolare, poi punteggiata di variazioni caratteristiche negli ultimi due. I sette Songs successivi, intonati con grande emotività e partecipazione sentimentale da Fiorenza Cedolins, svariano fra la serenità esplicitata dai primi quattro, e le atmosfere più tormentate degli ultimi tre in cui il canto si fa più mosso e arroventato.

In chiusura di serata, la celebre Sinfonia n. 9 di Antonín Dvořák portava con sé l’auspicio di un nuovo mondo, nel segno dell’uguaglianza fra uomini e donne, che era alla base di questo concerto Gender Gap il cui scopo era quello di ricordarci come il cammino della donna, anche nella musica d’arte, resta ancora un passo dietro a quello dell’uomo. Il concerto è stato preceduto da un incontro con Carla Moreni alla scoperta delle opere di Amy Marcy Cheney Beach e ha avuto un intermezzo operistico con i due brani di Puccini e Cilea che Fiorenza Cedolins, vocalmente in gran forma, ha voluto regalare, come bis, al suo pubblico.

Rino Alessi
(18 febbraio 2024)

La locandina

Direttrice Silvia Spinnato
Soprano Fiorenza Cedolins
Female Symphonic Orchestra Austria
Programma:
Amy Marcy Cheney Beach
Sinfonia in Mi minore op. 32 “Gaelic”
4 Songs op. 29  (Within Thy Heart – The Wandering Knight – Sleep, Little Darling – Haste, O Beloved)
3 Browning Songs op. 44 (The Year’s at the Spring – Ah, Love, but a Day! – I Send My Heart up to Thee!)
Antonín Dvořák
Sinfonia n. 9 in Mi minore op. 95 “Dal Nuovo Mondo”

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