Verona: vicoli ciechi e tortuosi sentieri, il Barbiere per De Ana

Quarta e ultima replica della stagione per il Barbiere di Siviglia firmato da Hugo De Ana per la centesima edizione dell’Arena Opera Festival di Verona.

Il regista argentino dimostra come non esista uno spettacolo meno adatto di un altro per il palco Areniano. Ambientando la vicenda in un ideale giardino dominato da rose e farfalle giganti, gli intimi spazi creati dal compositore acquistano un più ampio respiro. L’Amore è un labirinto entro il quale i protagonisti si rincorrono febbrilmente; diventano piccoli insetti se paragonati alla grandezza del sentimento stesso. I costumi coloratissimi d’ispirazione tardo settecentesca e le luci suggestive, sempre curate da De Ana, ben si sposano alle deliziose e mai sopra le righe coreografie di Leda Lojodice che, grazie anche al lavoro del coordionatore del ballo Gaetano Petrosino, chiudono il cerchio calando lo spettatore in un mondo che probabilmente Lewis Carroll avrebbe di certo gradito.

Affidata al giovane Alessandro Bonato la direzione è parsa attenta e geometrica nel ritmare gli eventi. Ogni nota appare profondamente meditata e, una volta soppesata, viene abilmente ricollocata in un ideale puzzle ricostituendo una narrazione asciutta ma al contempo ricca d’animo.

Il Coro, diretto da Roberto Gabbiani, e l’Orchestra dell’Arena di Verona danno buona prova di sé perfettamente coadiuvati nei recitativi del Maestro al Cembalo Richard Barker.

Convince del tutto il Don Bartolo di Alessandro Corbelli; una voce morbida e sicura corre agile a discapito a tratti di un fraseggio non sempre preciso. La stessa cosa possiamo dire di Michele Pertusi e del suo Don Basilio dalla voce ben timbrata.

Tenore rossiniano in perfetta voce per la parte del Conte d’Almaviva è Antonino Siragusa, che esalta il suo lirismo soprattutto nell’iniziale serenata a Rosina.

Buon esempio di belcanto è la prova del mezzosoprano Marina Viotti che, padrona di una vocalità sicura, è in grado di concentrarsi sulle emozioni dando buona prova di sé a tutto tondo.

Vero mattatore della serata è però il protagonista Figaro impersonato da un irrefrenabile Nicola Alaimo. Con la sua voce ben centrata e proiettata, conquista il pubblico al primo gesto senza cadere nel tranello della macchietta.

Ottima la presenza scenica e il fraseggio della Berta di Marianna Mappa che insieme all’inossidabile Nicolò Ceriani, nel doppio ruolo di Fiorello e Ambrogio, completano il cast.

Grandi assenti della serata gli attesi fuochi pirotecnici del finale che finiscono per far concludere la scena nella modestia.

Pubblico partecipe e divertito riserva applausi per l’intero cast con ovazioni per il Conte, Rosina ma soprattutto per il protagonista e il direttore.

Matteo Pozzato
22 luglio 2023

La locandina

Regia, scene, costumi, luci Hugo De Ana
Coreografia Leda Lojodice
Direttore Alessandro Bonato
Personaggi e Interpreti:
Il Conte d’Almaviva Antonino Siragusa
Don Bartolo Alessandro Corbelli
Rosina Marina Viotti
Figaro Nicola Alaimo
Don Basilio Michele Pertusi
Berta Marianna Mappa
Fiorello/Ambrogio Nicolò Ceriani
Orchestra, Coro, Ballo e Tecnici della Fondazione Arena di Verona
Maestro del Coro Roberto Gabbiani
Coordinatore del Ballo Gaetano Petrosino
Maestro al Cembalo Richard Barker

0 0 voti
Vota l'articolo
Iscriviti
Notificami

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti