Una serata in crescendo quella proposta dal Ballett Nacional Sodre che è tornato da qualche anno agli onori della ribalta sotto la direzione artistica di Julio Bocca.

Il programma, per altro ben articolato in una bella miscela di classico e contemporaneo è risultato assai più convincente nella sua componente moderna.

L’ampia Suite dal Don Quixote, con la coreografia originale di Petipa rivista da Silvia Bazilis e Raúl Candal, non ci è apparsa particolarmente brillante né per inventiva né per quanto attiene all’aspetto più squisitamente tecnico.

La compagnia appare volenterosa ma nulla di più; le braccia “random” e le posizioni sempre troppo indietro pregiudicano la prova. Si salvano con onore i due gitani, ovvero Guillermo Gonzáles e Jennifer Ulloa; il resto è da dimenticare, costumi compresi.

La serata decolla con decisione, fino a convincere pienamente quando, come si diceva, il BNS passa al contemporaneo.

L’ Adagietto, dalla Quinta sinfonia di Mahler, coreografata da Oscar Araiz è un concentrato di disperata sensualità in un continuo perdersi e trovarsi della coppia formata da Lara Delfino e Sergio Muzio, entrambi concentrati e coinvolti.

Ciro Mansilla e Jennifer Ulloa danno vita con intensa carica erotica al passo a due Carmen, su coreografia di Marcia Haydée. La partecipazione dei danzatori è pressoché totale.

Concludeva la serata la straordinaria Sinfonietta che nel 1978 Jiri Kilián creò per il suo Nederlands Dance Theatre e che ancora oggi appare freschissima. Una celebrazione del vento e del mare sulle note di Janáček, con l’intero corpo di ballo eternamente sospeso in una dimensione di assoluta gioia di vivere. Qui il BNS dà veramente il meglio di sé.

Teatro praticamente esaurito, segno che la danza è uno splendido ed efficace catalizzatore di pubblico; successo cordiale.

Alessandro Cammarano

(Vicenza, 5 dicembre 2017)