Wiesbaden: un finale plausibile per Turandot

La Turandot di Puccini brilla come una calamita di successo al botteghino al Festival Internazionale di Maggio 2024 a Wiesbaden: applausi scroscianti per Anna Netrebko e Yusif Eyvazov.

È una novità assoluta la produzione della Turandot di Puccini, firmata dalla regista Daniela Kerck. Perché Keck regala al libretto di Adami e Simoni un finale nuovo, plausibile. Dopo la morte di Liù, conclusione ufficiale del frammento originale, un ensemble di musica da camera suona l’introito del breve requiem di quattro minuti che Puccini compose per il quarto anniversario della morte di Giuseppe Verdi nel 1905. Liù, ama Calaf e lo protegge dalla vendetta di la calda-fredda principessa Turandot non rivelando il suo nome. Keck ha trasformato la tragica storia di calunnie sulla domestica Doria di casa Puccini, che ha risvegliato la sua vita più intima, il nucleo della sua intelligente, brillantemente nuova introspezione.

Siamo nel periodo intorno al 1920. In un grande studio della Torre del Lago troviamo Puccini, sofisticatamente vestito con un elegante abito bianco, seduto al pianoforte. Concepisce Turandot. Puccini era da tempo alla ricerca di una storia fantastica e inebriante dai sensi. Per caso, durante una cena a Milano, i suoi due librettisti, Giuseppe Adami e Renato Simoni, menzionarono la favola tragicomica di Gozzi. Ciò ha ispirato Friedrich Schiller e Bertolt Brecht a creare i propri drammi. Puccini lesse la versione italiana della fiaba drammatica di Schiller. “Ho letto Turandot. Mi sembra opportuno restare vicini alla favola. “Sto realizzando una Turandot, scritta attraverso gli occhi del presente”, così il compositore. Dopo 13 opere di successo, Puccini volle spostarsi verso lidi nuovi, esotici, tonali, in linea con lo spirito dei tempi. Ha bisogno di sperimentare e si è ispirato a Claude Debussy, Richard Strauss e persino al Parsifal di Wagner. Il “progetto più avanzato” di Puccini è, come ha affermato lo stesso maestro, “una favola diversa da quella di Schiller. Ma una donna “fantastica, poetica e piena di amore per le persone”.
Componendo sul palco di Wiesbaden con Puccini al pianoforte, le figure di Turandot sembrano emergere dalla partitura. Diventano persone in carne ed ossa. Puccini stesso si trasforma, sogna se stesso in Calaf. Turandot, traumatizzata dallo stupro del suo antenato, può essere interpretata come la moglie gelosa Elvira, la cui natura divenne sempre più estranea a Puccini. La domestica Doria, che spinse Elvira al suicidio per calunnie, è la timida Liu. Interpretiamo Ping, Pang e Pong come i tre compositori Alfano, Toscanini e Berio. Questi hanno fornito un lieto fine al frammento di Turandot, che vede Calaf e Turandot come amanti. Il popolo applaude e festeggia la gelida Turandot, divenuta umana per amore attraverso un bacio di Calais. Nello splendido ambiente di Torre del Lago con soffitti alti, grandi finestre e pareti di libri, progettato anche da Kerk, si svolge l’ambigua tragedia pucciniana Turandot. L’abbigliamento associato alla prima del colorato classico dell’opera del 1926 proviene da Andrea Schmidt-Futterer.

Un eccellente team di cantanti-attori celebra uno spettacolo vocale di livello mondiale degno di un festival. Su tutte la magnifica Anna Netrebko, che incarna una Turandot brillante. Sa come accendere alti sorprendenti per avvampare e tremolare. La “Diva assoluta” dona alle profondità inebrianti e calde della parte omicida uno splendore dorato. Yusif Eyvazov, nel ruolo di Puccini/Calaf, riceve applausi durante “Nessun Dorma”, che il tenore canta con una dizione sana, piena e una meravigliosa chiarezza. Entrambi sono la coppia da sogno per questa “Turandot”! Profondamente sofferente e con grande tenerezza, Heather Engebretson crea la forte e spaventata Liù/Doria. Il giovane Young Doo Park ha cantato il degno Timur dal basso robusto. Erik Biegel offre toni rilassanti come Altoum. Christopher Bolduc (Ping), Ralf Rachbauer (Pang), Gustavo Quaresma (Pong) brillano in uno splendido gruppo di compositori. Imitano anche tre scimmie che non possono vedere, sentire o parlare. L’Orchestra Statale dell’Assia Wiesbaden, in ottima forma, suonando in modo sottile e coraggioso sotto l’abile direzione di Michelangelo Mazza, celebra una Turandot musicalmente brillante con il coro dal tono e dal suono forti. Applausi grandi e duraturi! Bravissimo!

Barbara Röder
(4 maggio 2024)

La locandina

Direttore Michelangelo Mazza
Regia e scene Daniela Kerck
Costumi Andrea Schmidt-Futterer, Frank Schönwald
Luci Klaus Krauspenhaar
Video  Astrid Steiner
Coreografia Rosana Ribeiro
Drammaturgia Constantin Mende
Personaggi e interpreti:
Turandot Anna Netrebko
Calàf Yusif Eyvazov
Liù Heather Engebretson
Timur Young Doo Park
Altoum Erik Biegel
Ping Christopher Bolduc
Pang Ralf Rachbauer
Pong Gustavo Quaresma
Un mandarino Mikhail Biryukov
Il principe di Persia Gabriele Ascani
Chor, Chorsolisten & Extrachor des Hessischen Staatstheaters Wiesbaden
Kinderchor der Limburger Dommusik, Hessisches Staatsorchester Wiesbaden
Maestro del coro Albert Horne
Maestri del coro di voci bianche Andreas Bollendorf, Judith Kunz

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