Vicenza: al Teatro Olimpico la Medea sospesa di Romina Mondello

Lo spazio definito e definitivo del Teatro Olimpico, sempre uguale a se stesso eppure capace di plasmarsi a visioni molteplici, diventa luogo di totale indefinitezza nel racconto atroce e umanissimo che Euripide fa non della storia di Medea, ma di una delle storie della maga di Iolco, la più cruda, sconcertante nella sua violenza, dove la vendetta assurge a valore assoluto e tremendo nella negazione consapevole della maternità e allo stesso tempo della coscienza di un tormento inestinguibile.

La produzione del Tieffe Teatro Milano in prima nazionale per il Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico della tragedia euripidea trova nella regia di Emilio Russo una lettura ideale e del tutto condivisibile ove il gioco tra vissuto e narrato, detto e immaginato diventa il fulcro della narrazione drammaturgica.

Russo – grazie ai minimali apporti scenici di Dario Gessati, che si limitano a qualche cassa e ad una barchetta, illuminati dalle luci gelide e stranianti di Mario Loprevite – sceglie un non-spazio che diventa luogo della mente e in cui i personaggi vivono come monadi alle quali la interazione sembra essere consentita solo a tratti, vivendo poi ognuno in una sua propria dimensione chiusa.

L’unico richiamo non alla Grecia Classica ma al classicismo di Palladio lo si ritrova nei costumi, bellissimi, di Daniele Gelsi che impiega garze e mussole candide.

Pregnante risulta l’elemento musicale concepito da Andrea Salvadori, che procede per accenni lasciando spazio alla voce meravigliosamente multiforme di Camilla Barbarito che canta in tutte le lingue del Mediterraneo il dolore e la rabbia della donna umiliata.

Romina Mondello è in questo contesto una protagonista ideale; bella ed enigmatica, capace di accenti ferini che si alternano ad altri più dolci, senza comunque mai perdere di vista lo scopo ultimo.

Il Giasone di Alessandro Averone appare a tratti vittima di un certo qual autocompiacimento, quasi che l’attore voglia tenere in qualche modo a bada il personaggio, ma comunque convincente.

Straordinariamente brava Patricia Zanco, Nutrice dalla voce magnetica e scenicamente sempre autorevole.

Paolo Cosenza è Creonte atterrito e impotente, perfettamente consapevole dell’evolversi luttuoso degli eventi e incapace alla reazione.

Il Corifeo di Nicolas Errico svolge il suo compito con bella partecipazione, così come Giovanni Longhin dà voce e corpo ad un puntuale Messaggero.

Moltissimi giovani tra il pubblico che esauriva la cavea palladiana e successo pieno per tutti.

In cauda venenum: i microfoni umiliano gli attori; non usarli sarebbe auspicabile.

Alessandro Cammarano
(4 ottobre 2019)

La locandina

Regia  Emilio Russo
Musiche  Andrea Salvadori
Movimenti coreografici Monica Casadei
Scene Dario Gessati
Costumi Daniele Gelsi
Luci Mario Loprevite
Assistente alla regia  Claudia Donadoni
Produzione Tieffe Teatro Milano
Personaggi e interpreti:
Medea Romina Mondello
Giasone Alessandro Averone
Creonte Paolo Cosenza
Messaggero Giovanni Longhin
Nutrice Patricia Zanco
Cantante Camilla Barbarito
Corifeo Nicolas Errico

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