«Per fare musica dobbiamo essere tutti insieme» esordisce il sovrintendente Dominique Meyer nel suo breve discorso introduttivo. Grande verità.
Questo raggio di luce improvviso che ha ridestato emozioni, ha ridonato speranza e ha squarciato persino il cielo cupo, plumbeo e immobile portato dall’innominabile virus ha invece un nome preciso: Cecilia Bartoli.
La soluzione adottata dal Piermarini, invece, funziona e non si avverte realmente la mancanza di una regia e di una scenografia. Ogni angolo del generoso palcoscenico viene occupato con i cantanti in proscenio, l’orchestra sul palco e il coro ai lati infondo. Soluzione acusticamente felice e visivamente armoniosa.