Rosa Feola, Canterò Violetta e sogno Butterfly

Le Salon Musical ha il piacere di intervistare Rosa Feola, giovane soprano che con seria dedizione e spontaneo entusiasmo sta collezionando importanti successi in tutto il mondo ed entusiastici consensi di pubblico e di critica. Quando è nato in te il desiderio di cantare e fare del canto una professione?

Intanto grazie per queste bellissime parole di introduzione!

Il canto per me è stato sempre necessario come respirare, un bisogno essenziale di vita insomma. Ho sempre cantato, ma mai con l’intento di far diventare il canto un mestiere. Finché ho incontrato Renata Scotto e allora si è aperto un nuovo mondo davanti ai miei occhi.

  • Tra i tuoi maestri hai avuto la fortuna di poter studiare con Renata Scotto: qual è stato linsegnamento più prezioso di questa immensa artista?

Innanzitutto che i cantanti lirici sono degli attori. E che l’espressione del testo è in stretto rapporto con la musica , se cerchi di creare la magia del teatro!

I suoi insegnamenti sono costanti, anche perché ho la fortuna di essere ancora in contatto con lei, nonostante l’Opera Studio sia ormai stata chiusa da anni. Che peccato. Chiacchieriamo spesso di opera, dei personaggi e delle loro motivazioni di alcuni atteggiamenti piuttosto che di altri.

Aspetto di debuttare nella Traviata sotto la sua ala protettrice dopo l’estate, virus permettendo!

  • Il tuo repertorio prettamente belcantistico è caratterizzato da personaggi piuttosto sfaccettati, quale vorresti indossare per sempre e per quale motivo?

Per sempre è troppo tempo! Fino a poco tempo fa ti avrei detto Adina, ma già sento che il mio carattere sta cambiando… mi piace pensare alla vita come una tavolozza piena di colori che, uno dopo l’altro, raccontano un excursus di una vita piena di sorprese!

  • Tutti noi abbiamo dei sogni impossibili: quale eroina del melodramma al di fuori delle tue caratteristiche vocali ti piacerebbe interpretare?

Oh, quanto vorrei essere Madama Butterfly! Puccini la racconta proprio bene… con la sua innocenza, pura e unica, che lascia gli occhi lucidi per tutta quella bontà distrutta dalla delusione.

  • Parliamo di direttori d orchestra. Con Riccardo Muti hai avuto – e spero avrai ancora – la possibilità di lavorare in diverse produzioni, immagino sia stata unesperienza particolarmente arricchente: vuoi raccontarci qualcosa al riguardo?

Il Maestro Muti mi ha insegnato e mi ha spronato a ricercare la qualità nello studio minuzioso della partitura. È come se mi avesse ri-insegnato la musica.

Mi ha insegnato il rispetto per l’arte e il motivo della sua importanza: la bellezza! Quella stessa bellezza che, parole sue, può renderci persone migliori.

La sua passione lascia il segno, e io mi sento fortunata ad aver ricevuto i suoi insegnamenti che spero ovviamente di continuare a ricevere.

  • Hai qualche aneddoto sul maestro Nello Santi recentemente scomparso? 

Il Maestro Santi era un uomo d’altri tempi, esprimeva l’opera in uno stile quasi dimenticato e questo lo rendeva speciale.

Ricordo durante una delle recite di Rigoletto al San Carlo, nell’intervallo fra il secondo e il terzo atto, ci venne incontro dalla buca urlando: ‘siete da denuncia!’.

Ovviamente puoi immaginare il panico generale nei camerini perché lui non smetteva di dirlo. Alla fine però ci guardò con occhi burloni e ci disse : ‘Siete da denuncia perché siete troppo bravi!’

  • Di tutti gli autori fin ora affrontati – Mozart, Rossini, Bellini, Donizetti, Verdi – qual è il più vicino al tuo essere e quale compositore avresti voluto conoscere?

Adoro tutti perché i personaggi che ho cantato mi hanno sempre regalato molte emozioni, ma più di tutte Gilda è nel mio cuore. Sento naturale esprimere parole e musica in simbiosi, e questo è sicuramente merito del genio di Verdi che sapeva il fatto suo. Mi sarebbe piaciuto conoscerlo!

  • Noi ci eravamo conosciuti nel 2010 in occasione del concorso di Placido Domingo –Operalia – che ebbe luogo al Teatro alla Scala. Sembra ieri ma son già passati dieci anni. Da questo importante traguardo il tuo rapporto con la Scala è cresciuto e si è consolidato.

Operalia ha segnato senza dubbio l’inizio della mia carriera! È stata un’esperienza bellissima che mi ha preparato al mondo dello spettacolo. Ricordo ancora le paure, le ambizioni, le speranze di quei giorni… Adesso, ogni volta che ritorno sul palcoscenico del Teatro alla Scala non dimentico quelle emozioni provate dieci anni fa, ma anzi con maggiore consapevolezza e tanta gioia, cerco sempre di donare il massimo per un pubblico orami affezionato.

  • Recentemente, a causa delle restrizioni adottate per il Coronavirus, hai dovuto sospendere le recite del Turco in Italia, hai in previsione future produzioni con la Scala?

Per il momento ci sarà lo Stabat Mater di Rossini a luglio. Poi sicuramente cercheremo di recuperare le recite del Turco.

  • Nel 2015 hai inciso un CD con liriche da camera: che rapporto hai con questo repertorio? Ti piacerebbe frequentarlo più spesso?

Mi interessa moltissimo il repertorio di musica da camera, ho scoperto così compositori sensibili ed interessanti fra cui Martucci, mio conterraneo, Respighi…entrambi capaci di raccontare storie anche in pezzi brevi ma molto intensi!

Ho proposto il repertorio del cd insieme al mio bravissimo pianista Iain Burnside già in vari recital a New York , Washington, San Francisco, la prossima tappa sarà probabilmente Londra. Sicuramente insieme cercheremo con piacere altro materiale da aggiungere ai nostri concerti.

  • Nella tua vita, oltre alla musica, quali interessi e passioni coltivi?

Mi piacere molto disegnare, per intrattenermi durante la quaranta mio marito mi ha regalato tele e colori per imparare anche a dipingere! Ma la mia passione più grande è cucinare! Seguo tutorial per imparare nuove tecniche e cerco sempre nuove ricette per fare dolci esperimenti!

  • Coronavirus permettendo, quali saranno i tuoi prossimi debutti?

Il Corona virus ci sta mettendo davvero a dura prova, perciò mi aspetto che almeno per un mese abbondante dovremo pensare solo alla nostra salute e al benessere di tutti! Aspetto più concretamente l’autunno quindi, quando finalmente vestirò i panni di Violetta!

Non vedo l’ora!

Gian Francesco Amoroso

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