Venezia: C’è requiem e requiem

Parafrasando il celebre programma RAI di Luciano Berio, uno degli ultimi esperimenti televisivi per provare a spiegare al pubblico generalista cosa fosse la musica, contemporanea e non solo,  anche la Fondazione Teatro La Fenice ha dedicato un mese del suo palinsesto alla celebrazione della Pasqua, contrapponendo a distanza di poche settimane il più bel Requiem incompleto, Mozart, (ne ho parlato qui) e la più bella Messa da Requiem completa, Verdi.

La ricorrenza del centocinquantesimo anniversario della sua prima esecuzione assoluta, quella prima offerta alla città di Milano per la commemorazione del compatriota Alessandro Manzoni, trova un bel parallelismo veneziano nel ritorno dell’iniziativa per la cittadinanza metropolitana per il ritorno a teatro a prezzi agevolati. Una collaborazione sempre più necessaria dato lo sbarco massiccio dei turisti, soprattutto in periodo di feste comandate, e contemporaneamente una dimostrazione di attenzione del Teatro alla propria città, avendo inserito un concerto molto atteso, come spesso accade nel caso dei ritorni di Chung e come testimoniato dalla lunga fila di attese per eventuali posti liberi all’ultimo.

Il maestro Chung porta con sé, data la sua caratura mondiale, un bagaglio di attese e di speranze tale per cui uno pensa e spera di assistere, ogni singola sera, al concerto memorabile da raccontare alle generazioni future. Così dunque un concerto ottimo, come quello del 29 marzo scorso, dotato di una concertazione corposa e ritmica, votata alla valorizzazione del testo e di quelle sottotrame operistiche che inevitabilmente Verdi mise all’interno della messa, ha rispettato le attese del pubblico. Una performance, fra l’altro eseguita a memoria, in cui Chung ha dimostrato la qualità intrinseca della sua squisita visione musicale che per qualsiasi altro direttore sarebbe valsa come concerto della consacrazione, anche se per chi cercava quella scintilla di unicità sperata, servirà aspettare la prossima venuta lagunare.

A fronte di una resa musicale elevata, sia dell’Orchestra sia del Coro, sempre concentrata e coinvolta, forse la scelta di non dare quasi mai sfogo alle code musicali ha dato una sensazione di processione incessante ma anche affrettata che ha penalizzato l’esecuzione complessiva.

Di grande livello esecutivo il quartetto di solisti in cui le quattro voci si sono distinte e amalgamate bene, giocando sulle diversità dei loro timbri, dalla densità di Angela Meade alla purezza di Annalisa Stroppa, dal declamato operistico di Antonio Poli (chiamato a sostituire l’indisposto Fabio Sartori) alla ieraticità di Riccardo Zanellato.

In questo tipo di appuntamenti, sentiti dal pubblico e dagli stessi interpreti del Teatro che migliorano la qualità della propria esecuzione, la presenza rassicurante e savia di un Maestro come Chung garantisce un successo indiscusso ancora prima dell’inizio e i rassicuranti ed estesi applausi finali sono la conferma che tutti si aspettavano.

Carlo Emilio Tortarolo
(29 marzo 2024)

La locandina

Direttore Myung-Whun Chung
Soprano Angela Meade
Mezzosoprano Annalisa Stroppa
Tenore Antonio Poli
Basso Riccardo Zanellato
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
Maestro del Coro Alfonso Caiani
Programma:
Giuseppe Verdi
Messa da Requiem per soli, coro e orchestra

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