Venezia: la saggezza straniante dei nativi-americani

Aveva ragione Antonin Dvořák nel sostenere che la musica dei nativi d’America costituisse una fonte imprescindibile per la formazione e la comprensionedi un’identità musicale americana.

La critica statunitense dell’epoca criticò aspramente Dvořák, al quale in tempo ha dato in gran parte ragione.

Gli studenti della della Shenandoah Conservatory & Shenandoah University con Native American Inspirations mettono in scena uno spettacolo multidisciplinare che costringe l’ascoltatore, anche il più esperto, a rimettere in discussione le proprie convinzioni rispetto ad un concetto di musica affatto diverso, sia dal punto di vista estetico che da quello formale, da quello europeo-occidentale.

La regista Ella Marchment immagina che un viaggiatore perso in una dimensione indefinita si imbatta, esattamente un secolo dopo la data del concerto in programma alla Biennale Musica 2022, in una tribù mohicana che lo accoglie con la semplicità dei saggi raccontando e spiegando attraverso il canto e la musica la natura profonda della loro cultura, attraverso una scelta calibratissima di brani tutti composti da compositori nativo-americani.

Sotto la direzione impeccabile di Austin Thorpe il coro studentesco, vera macchina sonora dotata di meravigliosa duttilità e capace di stabilire un senso di immediata empatia con gli ascoltatori, si rende protagonista di una prova maiuscola accompagnata da tamburi e maraca.

Il “viaggiatore” viene via via convolto in un mondo fatto di condivisione e di totale comunione con la natura, il tutto attraverso un canto fondato sul scale, intervalli e contrappunti affabulanti.

Si parla di atmosfere notturne nel Night Chant di Brent Michael Davids, preceduto dagli straniamenti armonici della Mohave Bird Dance Songs di Louis Ballard.

Il coro si muove, cambiando formazione e creando effetti sonori ogni volta diversi raccontando la Creazione in Beginning of Time di Jennifer Stevens per condividere poi una Mohican Soup – il pezzo è di Brent Michael Davids ­– in cui il cibo è il pretesto e insieme la ragione prima della condivisione.

Teionkhiyà:taton di Dawn leriho:kwats Avery riafferma l’omaggio al Creatore e Journey di Russell Wallace è un inno alla vita.

In prima esecuzione assoluta il più che convincente City of Water di  Brent Michael Davids, con un testo in mohicano e italiano a richiamare le affinità tra il “popolo delle acque mai ferme” e Venezia.

Successo pieno e meritatissimo.

Alessandro Cammarano
(20 settembre 2022)

La locandina

Direttore Austin Thorpe
Regia Ella Marchment
Vocal Ensemble Studenti della Shenandoah Conservatory & Shenandoah University
Programma:
Louis Ballard Mohave Bird Dance Songs (arr. 2003):
Brent Michael Davids Night Chant (1996)
Jennifer Stevens Beginning of Time (2022)
Brent Michael Davids Mohican Soup (1997)
Dawn leriho:kwats Avery Teionkhiyà:taton (2022):
Russell Wallace Journey (2002, rivista 2021):
Brent Michael Davids  City of Water (2022), prima esecuzione assoluta
Coproduzione: La Biennale di Venezia, Sala 1 – Centro Internazionale d’Arte Contemporanea, Shenandoah Conservatory

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