Venezia: Palazzetto Bru Zane, cantare sottovoce

‘Sottovoce’ non è solamente il titolo del quarto appuntamento del Palazzetto Bru Zane all’interno della programmazione del festival ‘Compositrici!’, ma è anche un sottile riflesso del tema di questa edizione primaverile, in scena a Venezia da aprile e maggio (qui la recensione dell’inaugurazione).

‘Sottovoce’ è anche la condizione a cui costantemente sono state (trat-)tenute le esecuzioni di quell’universo di compositrici romantiche francesi che il Palazzetto veneziano con costanza porta all’orecchio del pubblico da più di dieci anni e che raccoglie nel 2023 il primo vero frutto, dedicando un’intera programmazione a loro e solo loro.

Esecuzioni spesso da salotto, fra pochi intimi, i cui brani non hanno quasi mai superato la prova del tempo, non sopravvivendo alle proprie compositrici.

In un continuo gioco di rimandi e di parole, mi piace pensare all’appuntamento del 18 aprile scorso anche dal punto di vista matematico, dove il significato di ‘sotto’ ci parla di una dipendenza diretta all’operazione in questione: in questo caso la declinazione attraverso la voce.

L’ambiente veneziano del Palazzetto ricorda e richiama alla mente il salotto musicale e se ci si abbina, come in questo caso specifico, un duo tenore (Cyrille Dubois) e pianoforte (Tristan Raës) questa similitudine viene ancora più esaltata, diventando una meta-rappresentazione ideale del salotto francese.

Salotti in cui le compositrici riuscivano più facilmente a trovare spazio performativo nell’800 e per i quali composero principalmente nella forma delle mélodies, massima espressione musicale di quel binomio intimo francese fra musica e parola.

Fin qui, però, potrei avervi descritto molti concerti in uno ed esattamente come io ho deciso di rompere la parete che separava le mie parole dalla vostra lettura, così Cyrille Dubois ha deciso di rompere la quarta parete del concerto, interagendo direttamente con il pubblico e accompagnandolo per mano in un percorso di evoluzione temporale, sonoro e testuale all’interno dell’opus per voce e pianoforte, presentando i brani in programma e spiegando il darwinismo delle melodies.

Così dalle ondivaghe situazioni di amori appena nati o appena finiti, molto appassionante il ‘J’ai dans mon cœur’ di Marie-Foscarine Damaschino dal percussivo e ritmato accompagnamento pianistico e l’effettistica con finale in crescendo de ‘Les Ètoiles mortelles’ di Madeleine Jaeger, si passa alle metaforiche descrizioni di Augusta Holmes, ‘L’Amour’ da ampio spazio alla capacità interpretativa da recitativo di Dubois mentre ‘Le Vin’ esalta l’accompagnamento pianistico spumeggiante di Raës.

Se da una parte il pubblico si diverte con le piccole miniature agresti dei Petits Poèmes au bord de l’eau di Hedwige Chrétien, in cui ‘La Lune’ arriva a durare appena trenta secondi, dall’altra, si rituffa nelle atmosfere più impressioniste de ‘À Néré’ di Marthe Grumbach fino a vette quasi poulenchiane nel ‘Le Cormoran’ di Marthe Bracquemond, in cui gli interventi pianistici meriterebbero anche più spazio per il loro ardire armonico, fino a sospendersi totalmente nell’horror vacui del ‘Clair de lune’ di Madeleine Lemariey su testo di Paul Verlaine.

La voce di Dubois carbura lentamente ma i dettagli dinamici, soprattutto nella atmosfere più intimistiche, così come i respiri ad effetto, strettamente collegati al testo e alle necessità armoniche, rapiscono l’ascoltatore che si fa trasportare nei più distanti scenari. Merito anche della ben rodata intesa con Tristan Raës che non si limita ad accompagnare ma integra, aggiusta e impasta l’atmosfera musicale, risultando sempre preciso e delicato.

A conclusione del programma un focus su Les Méditations di Charlotte Sohy, accomunata come molte delle compositrici eseguite dal sotterfugio di uno pseudonimo maschile per essere più agevolmente pubblicate.

Grande successo per i due interpreti, ripetutamente re-invitati a rientrare in sala. A ringraziamento due bis, ‘Du cœur aux levres’ di Jeanne Danglas e in un teatrale ritorno all’origine la ‘Rêve d’un soir’ di Cécile Chaminade, eseguito ad inizio concerto. Sala prossima al tutto esaurito con una buona partecipazione corretta del pubblico.

Carlo Emilio Tortarolo
(18 aprile 2023)

La locandina

Tenore Cyrille Dubois
Pianoforte Tristan Raës
Programma:
Mélodies di
Chaminade, Damaschino, Jaeger, de Grandval, Strohl, Holmès, Jaëll, Chrétien, Bracquemond, Danglas, Grumbach, Lemariey, Sohy

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