Novara: E se il bosco fosse la soluzione? Ami e Tami al Teatro Coccia

Per lo spirito vagamente illuministico nel quale i fratelli Grimm rielaboravano una fiaba probabilmente medioevale,  la foresta oscura era nemica dell’uomo.

In essa si annidavano tutti i mali ancestrali che il mondo positivistico si era illuso di aver estirpato dai contesti urbani dove in verità, già nei primi dell’Ottocento, la gente soffocava tra i miasmi dell’industria nascente.

Curioso constatare come oggi tale assioma sia radicalmente capovolto. Nella società dell’ego di plastica e dei contatti virtuali la soluzione viene individuata nel ritorno alla terra, che però non è quella vera che odora di animali in decomposizione e di muschio ma piuttosto un’arcadia senza tempo ad uso e consumo di snob annoiati.

Basti pensare ai resort a 6 stelle sopra gli alberi o a certi analoghi accomodamenti nella savana africana che, anche lei, ha drammaticamente smesso di puzzare di merda.

Su questa non certo nuova idea ha ruotato il bello spettacolo messo in scena dalla Fondazione Teatro Coccia a cui va riconosciuto il coraggio di promuovere talenti emergenti.

Gli Hansel e Gretel degli anni duemila accorciano i propri nomi in Ami e Tami secondo la moda delle famiglie abbienti della cerchia dei Navigli e hanno un quoziente intellettivo da astrofisici ma sono infelici, stritolati nella morsa delle aspettative dei genitori. E allora la soluzione la serve la nonna un po’ hippy e ha l’aspetto di un bosco incantato, dove anche i mostri trasmettono un’irrefrenabile simpatia.

Il risultato in scena è uno spettacolo, che si muove a cavallo tra opera e musical, assai godibile per una serie di buoni motivi.

Innanzitutto le sinfone e in questo l’autore della partitura Matti Kovler ha onorato le sue origini newyorchesi, posto che le sonorità si sono districate con disinvoltura tra Gershwin e Bernstein, rielaborate in maniera personale. E’ un lavoro che mostra già segni di grande maturità sebbene l’autore ha confessato di averlo composto vent’anni fa, quando era poco più che un adolescente.

Il convincente risultato della parte sinfonica è stato certamente anche frutto delle mani sapienti che hanno condotto il Dedalo Ensemble (giovanissima orchestra di origine bresciana). Marco Alibrando è giovane e bello nel senso etimologico del termine (alla radice antica della parola bello c’è il concetto di buono, come a dire estetica ed etica vanno necessariamente a braccetto), ma soprattutto trasmette nei suoi gesti e nel suono che imprime all’orchestra valori assoluti che osiamo chiamare misura ed eleganza. Alla fine il risultato della sua direzione è ansia free, fatto per nulla scontato per chi ha l’onere di stare in pedana.

La regia di Marco Iacomelli, che si è avvalsa delle belle scene di Matthew Kelly, è stata coerente con il libretto e ruffiana al punto giusto, suscitando fanciullesca sorpresa anche in qualche cinico scriba nel momento in cui il bosco si è trasferito in platea.  Lo spettacolo è stato validamente supportato dalle luci di Ivan Pastrovicchio e dai gradevoli costumi di Francesca Sartorio e Flavia Ruggeri.

Il piacevole confezionamento dello spettacolo nel suo complesso e l’oggettiva simpatia degli interpreti ha fatto passare in secondo piano le singole prestazioni vocali, anche perché è fatto notorio che i boschi incantanti abbiano pessima acustica. Sarà colpa dei grugniti degli orchi o dello squittio dei conigli selvatici. E allora sorge spontanea una riflessione, il bosco potrebbe essere la soluzione nel tempo a venire? Anche perché male non sarebbe fare compagnia a queste bestie quando, nei prossimi giorni, aulici teatri della città di mezzo di ben altra mostruosità saranno colmi.

Marco Ubezio
(29 novembre 2019)

La locandina

Direttore Marco Alibrando
Regia Marco Iacomelli
Regia associata Costanza Filaroni, Massimiliano Perticari
Liriche italiane e direzione vocale Andrea Ascari
Costumi Francesca Sartorio, Flavia Ruggeri
Coreografie Ilaria Suss
Luci Ivan Pastrovicchio
Suono Donato Pepe
Personaggi e interpreti:
Ami Enea Lorenzoni
Tami Marta Noè
Mamma / Strega Giulia Diomede
Papà / Orco Stefano Colli
Imf Leonardo Pesucci
Nonna Silvana Isolani
Dèdalo Ensemble
Coro delle Voci Bianche del Teatro Coccia
Maestri del Coro Paolo Beretta e Alberto Veggiotti
Diplomati e Allievi Attori e Registi della STM – Scuola del Teatro Musicale

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