Recensioni dal Vivo (teatri e dintorni)

Salisburgo: Tito soccombe al perdono

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Nell’allestimento che apre il Festival di Pentecoste, il cui titolo è quest’anno “Tutto Mozart”, Robert Carsen si conferma in tutta la sua genialità, assestando al pubblico un salutare cazzotto nello stomaco, svegliandolo e costringendolo a pensare.

La compagnia di canto è di quelle che una volta si sarebbe definita “discografica”, fatta di divi capaci di porsi interamente al servizio della musica con l’umiltà che è propria solo dei grandi.

Salzburger_Festspiele

Sugli scudi l’intera compagnia di canto, con in testa Filippo Mineccia che disegna un Cain tormentato  e fragile attraverso un canto fatto di mille sfumature e infiniti colori. Per lui un trionfo, meritatissimo, di pubblico.

La protagonista si ritrova combattuta tra le lusinghe del Piacere che la trascina in un mondo effimero e omologato fatto di sarti e truccatori, tra discoteche, “amici” plaudenti e incontri effimeri e i consigli – anche sottoforma di sedute psicoanalitiche – di Tempo e Disinganno.