Recensioni dal Vivo (teatri e dintorni)

Vicenza: la Fabbrica” di Luigi Nono e il passato che non passa

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Sessant’anni dopo, La fabbrica illuminata di Luigi Nono appare da un lato come un reperto archeologico dell’avanguardia radicale che ha lungamente dominato il mondo musicale dopo la Seconda Guerra Mondiale, e dall’altro come una singolare “scheggia” di cronaca.

Torna un grande allestimento apprezzato da critica e pubblico ideato nel 2006 da Hugo De Ana. I tre atti di cui l’opera si compone sono dominati da altrettanti frammenti della scultura in bronzo dell’Arcangelo Michele che rinfodera la spada, di Pierre van Verschaffelt che svetta dalla sommità del Mausoleo di Adriano a Roma.

Gli opposti si attraggono, ed attraendosi danno vita ad insolite ed affascinanti unioni di sensibilità. Sonig Tchakerian ed Leonora Armellini incarnano due approcci quasi antitetici all’esecuzione musicale, eppure insieme, nel contrasto, trovano uno straordinario punto di equilibrio che rende il loro ascolto in duo un’esperienza di grande seduzione.

C’è un senso d’intimità, di familiarità complice, di intesa sottintesa nella musica per pianoforte a quattro mani. Forse perché, soprattutto in Francia costituisce il veicolo di conoscenza del grande repertorio strumentale ed operistico, tedesco in particolar modo, è attraverso trascrizione a quattro mani che esso giunge nei salotti colti e non solo.