Tag Archivio per: Anna Maria Chiuri

Uno spazio neutro, vermiglio, che si scompone con corpi mobili e dinamici creando nell’immaginario del pubblico mutevoli immagini che rivelano a tratti fondali poetici e infuocati, ombre che si aggirano in scena, spazi delimitati che limitano l’avvicinarsi dei personaggi […]

Una drammaturgia eclettica sempre in bilico tra il fiabesco e il didascalico: le motivazioni si spiegano nelle pregevoli note di regia […]

È avvolta nelle tenebre la nuova produzione scaligera de La Gioconda, melodramma in quattro atti di Amilcare Ponchielli su libretto di un certo Tobia Gorrio, al secolo Arrigo Boito.

Se in tempi moderni si opta per la messa in scena della Favorita – operazione che sa comunque un po’ di antiquariato – è necessario più che in altre circostanze ricorrere ad una drammaturgia che lasciando intatto lo spirito dell’opera ne consenta la comprensione dandole dignità.

Carmen e Norma, i capolavori di Georges Bizet e Vincenzo Bellini, La favorita di Donizetti, il debutto per Parma di Ascesa e caduta della città di Mahagonny di Kurt Weill e l’operetta in prima assoluta Gran Teatro Reinach commissionata per celebrare l’amato Teatro Reinach della città, distrutto in seguito ai bombardamenti della Seconda Guerra.

A Parma tornano dunque la Svezia e il regicidio di Gustavo III, omosessuale ma soprattutto sperimentatore di vie nuove nella politica e nell’amministrazione dello stato […]

Ne è uscita un’Aida di forte connotazione sinfonica, che forse inevitabilmente – il tempo per le prove non basta mai, specialmente dentro all’anfiteatro – è andata mettendo a fuoco le sue caratteristiche man mano che la notte avanzava,

A tenore le fila della serata l’inossidabile baritono Leo Nucci che dall’alto dei suoi settantotto anni ha indossato le vesti dei personaggi rossiniani e verdiani che hanno reso gloriosa la sua lunga carriera internazionale.

Gerusalemme diventa la Vienna della Secessione, la terrazza del palazzo di Erode è illuminata da tre lampadari Jugendstil che pendono fra le colonne austere di un portico; l’ombra prevale sulla luce e crea immagini fugaci eppure nettamente stagliate nello spazio.