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Quarta e ultima replica della stagione per il Barbiere di Siviglia firmato da Hugo De Ana per la centesima edizione dell’Arena Opera Festival di Verona.

La lettura data dal regista Pierre-Emmanuel Rousseau, che cura anche scene e costumi affiancato dall’assistente Jean-François Martin e da Gilles Gentner alle luci, è quella di un’ambientazione colorata ma decadente, richiamando a quella decadenza dei tempi in cui è nato il testo del Barbiere.

Una tragedia di ambiente alto borghese, oggi. Un femminicidio nell’epoca in cui la violenza sulle donne sembra non trovare adeguate contromisure nella nostra società. La lettura che Rosetta Cucchi propone a Pesaro dell’Otello rossiniano non è un’attualizzazione di maniera, ma scaturisce dalla natura stessa di questo capolavoro per molti aspetti sbalorditivo.

Del cast, poco da dire, se non per il piacere di ritrovare in scena lo sperimentato e vitalissimo Figaro di Mario Cassi, che della simpatia e dello scilinguagnolo fa il suo biglietto da visita […*

Nell’ambito dei suoi concerti estivi, dieci in tutto fra giugno e agosto, la Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste ha ripreso l’attività musicale con le proprie compagini artistiche impegnate, in varie configurazioni, in appuntamenti musicali la cui fruizione è garantita anche attraverso la diffusione sui vari canali digitali.

Angela Meade

Finalmente una nuova produzione quest’anno per il titolo sfortunato di Rossini, purtroppo soltanto tre recite tutte esaurite: platea e palchi gremiti di un pubblico di appassionati rossiniani arrivati da tutta Italia e non solo.

Va in scena Semiramide, e al Rossini Opera Festival il tempo sembra fermarsi, gli eventi ripetersi. L’esito è infatti esattamente quello di 16 anni fa, l’ultima volta in cui cui questo capolavoro anomalo e “astratto”, sfuggente e siderale, era stato proposto a Pesaro.

Successo pieno al Teatro Verdi di Trieste per l’opera inaugurale della stagione 2018/2019, l’ultima del catalogo di Vincenzo Bellini. I Puritani e i cavalieri, più nota con il titolo breve I Puritani, è un’opera seria in tre atti che lo spettacolo triestino condensa in due parti, su libretto di Carlo Pepoli, tratto dal dramma storico di Jacques-François Ancelot Joseph Xavier Boniface, Têtes rondes et Cavaliers.

In tempo di globalizzazione le realtà periferiche si spostano al centro ed ecco che, nella sede milanese del Gruppo Allianz, socio fondatore permanente e main sponsor del Teatro Verdi di Trieste, è stata illustrata stamane l’attività artistica futura della Fondazione lirica triestina, che ha approfittato della ghiotta occasione per annunciare anche alcune iniziative di valenza nazionale e internazionale in programma prossimamente.