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Lo scontro tra le due culture, americana e giapponese, si intreccia con interessi politici ed economici, creando uno scenario complesso e controverso che Berloffa ha puntato a evidenziare sottolineando l’assimilazione occidentale dell’Oriente.

Ultima orchestra ospite del Festival Mahler è la Filarmonica Arturo Toscanini con il direttore israeliano Omer Meir Wellber.

È dunque proprio l’incombente senso di incompiutezza il fulcro dell’Onegin, che pone domande senza mai rispondere.

Due capolavori tanto diversi ma consimili nell’ispirazione letteraria di fondo. Durante l’Ottocento infatti il mito dell’eroe romantico leggendario, oppositore al conformismo sociale e isolato dalle convenzioni della civiltà, si fece strada nell’immaginario letterario.

Il Teatro Massimo di Palermo inaugura la stagione 2022-2023 con una nuovissima, quanto rischiosa, produzione che certamente lascerà strascichi senza mezze misure.

È firmata dal direttore musicale Omer Meir Wellber e dal regista Marco Gandini, Kaiserrequiem, la nuova creazione che martedì 8 novembre alle 20:30 inaugura la stagione 2022-2023 del Teatro Massimo di Palermo che impegna Orchestra, Coro e Corpo di ballo del Teatro.

Il Festival Toscanini, voluto dal sovrintendente Alberto Triola, affiancato dalla direzione musicale del maestro Omer Meier Wellber, propone un programma piuttosto sfaccettato che unisce la tradizione ad alcune riscoperte, pagine inedite e contemporanee. Una realtà culturale stimolante e necessaria a rinnovare il panorama verdiano parmense. 

Inaugurazione il 5 giugno con prima esecuzione in Italia in tempi moderni de Le Willis di Puccini e la chiusura il 12 luglio in Piazza Duomo dove Fabio Luisi dirigerà la Filarmonica Toscanini nella Nona Sinfonia di Beethoven.

È quasi un percorso dentro all’antropologia culturale palermitana, quello che scandisce i cinque atti della rappresentazione.

Opera_di_Roma

Nell’emergenza, la musica in Italia è rimasta viva. Più che altrove. La maggior parte dei musicisti e delle istituzioni ha saputo reiventarsi. Ha lavorato (e fatto lavorare). Ha escogitato sistemi per rimanere accanto al pubblico e non venire meno al proprio ruolo sociale e di presidio culturale

Giorgio_Berrugi

L’ottimo accordo tra la mise-en-espace di Ludovico Rajata e la regia televisiva di Antonio Di Giovanni – cui si affianca la tutt’altro che secondaria regia audio di Manfredi Clemente – permette di dare vita ad uno spettacolo perfettamente godibile anche nell’ambito della bidimensionalità imposta dallo streaming […]

Teatro_Massimo

Quando l’incubo sembra dissiparsi in una qualche “luce” musicale e perfino drammaturgica più confortevole e rassicurante, subito ci si ripiomba a capofitto. E anche questo fa parte della fenomenologia dei brutti sogni, se così vogliamo chiamarla.

Teatro_Massimo_Palermo

Non vi lasceremo senza musica” è la promessa che campeggia nello striscione esposto sulla facciata del Teatro Massimo dal giorno della nuova chiusura al pubblico per le ultime misure di contenimento del coronavirus. La promessa è stata mantenuta.

A chi per decenni si è lamentato della cristallizzazione delle forme rappresentative al Teatro Massimo è stato servito un “piatto saporito”, per dirla con l’abate Da Ponte: il Don Giovanni secondo Marco Gandini è infatti plasticamente aderente al nuovo corso.

Julian Hubbard

Vick di fatto desacralizza il Graal così come lo si intende nell’accezione comune per riconsacrarlo in una forma rinnovata attraverso una regia di esemplare chiarezza, ulteriormente arricchita dalle azioni mimiche pregnanti di Ron Howell.