Tris d‘assi al Festival Elba Isola Musica d’Europa

Anche quest’anno il Festival Elba Isola Musicale d’Europa propone una bellissima rassegna di concerti di musica da camera, sinfonici, jazz e altro. Quest’anno abbiamo assistito ai concerti programmati dal 6 al 10 settembre: sei concerti in cinque giorni in vari luoghi significativi dell’isola.

Si inizia il 6 settembre con un programma tutto dedicato ai fiati alla Fortezza Pisana di Marciana. Costruita nel corso del XII secolo, al tempo della Repubblica di Pisa, la fortezza fu rifugio durante le incursioni di pirati molto frequenti all’epoca e durante gli occasionali conflitti con Genovesi, Catalani, Napoletani e Francesi. La struttura almeno fino al ‘700 subì numerose opere di restauro e potenziamento.

I musicisti coinvolti in questo concerto sono stati: Rossana Calvi e Davide D’Agostino, oboi; Jukka Hariju e Marian Strandenius, corni; Andrea Zucco e David Garnés Poveda, fagotti ed infine Adam Walker, flauto. Il programma comincia con il Divertimento per fiati K.253 di Mozart: due oboi, due corni e due fagotti. L’acustica della fortezza appare subito eccellente per questo organico. Come sempre accade al festival le coppie di strumenti alternano un musicista di esperienza con un giovane studente.

La coppia per cui nutriamo forse qualche leggera perplessità è quella degli oboi: Rossana Calvi, primo oboe dell’Orchestra del Gran Teatro La Fenice, è sicuramente una delle due o tre migliori prime parti in Italia. L’integrazione con Davide D’Agostino è però delicata: i due tipi di suono sono distanti e il giovane musicista ci sembra ancora un po’ acerbo. Tutto questo però non inficia lo spirito dell’esecuzione di questo brano, umoristico e brillante, inizio perfetto per un programma, come questo, all’aperto. come questo, all’aperto.

L’ottimo Adam Walker si cimenta subito dopo con la sonata per flauto solo H.562 di Carl Philip Emanuel Bach. Suggestivo l’effetto che lo strumento riesce ad avere all’interno delle mura della fortezza e con la complicità della vallata a quasi 500 metri sopra il livello del mare. Rossana Calvi torna poi con un gradevolissimo brano per oboe solo di Dorati: si tratta di “La Cicala e la Formica” dai 5 pezzi per oboe solo. La favola è godibilissima e ben descritta musicalmente. Il pubblico reagisce puntualmente ad alcuni scambi piccati tra i due insetti. Perfetto proseguimento da Bach a Dorati è il brano per fagotto solo di Bruno Bettinelli magistralmente eseguito da Andrea Zucco, primo fagotto dell’Orchestra Sinfonica dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Il cornista finlandese Jukka Harju con la sua connazionale Marian Strandenius propone un brano per due corni di sua composizione: Horn Hounds – quei cani pazzi. Si tratta di una pagina umoristica e spazializzata in cui i due strumenti dialogano a distanza prima di riunirsi sul palco. Il programma termina, come si era aperto, con un divertimento per sestetto di fiati di Mozart: questa volta il K.270. Un modo conviviale per concludere questo programma cameristico dove leggerezza non significa banalità, ma anzi un’occasione per esplorare il novecento con umorismo.

Il 7 settembre è la volta di un concerto cameristico-sinfonico nella Chiesa del Santissimo Sacramento nel centro storico di Portoferraio. Edificata nel 1551, il suo aspetto attuale è frutto della ricostruzione dopo i bombardamenti bellici. Il soffitto dell’unica navata (1731) è decorato a cassettoni con motivi floreali; interessanti dipinti del Settecento, un altare maggiore in marmi policromi, e un crocifisso ligneo che si narra sia stato rinvenuto nelle rovine di Fabricia (il nome di Portoferraio al tempo dei romani). L’impaginato della serata prevede il secondo Nonetto di Olli Mustonen, la prima esecuzione assoluta del concerto per chitarra di Arturo Cuéllar e la Quinta sinfonia di Franz Schubert. Impegnati nel brano di Mustonen Jonian Ilias Kadesha, Pablo Hernán Benedí, Chiara Sannicandro, Diet Tilanus violini; Georgy Kovalev e David Quiggle viole; Vashti Hunter e Orfeo Mandozzi violoncelli e Amerigo Bernardi contrabbasso.

Di facile ascolto, ma non per questo di facile esecuzione, è sicuramente uno dei brani cameristici del Novecento più interessanti ascoltati di recente. Il fulcro emotivo e spirituale del brano è sicuramente l’Adagio. L’esecuzione è notevole, per affiatamento e intensità.

Anche l’acustica della Chiesa, solitamente critiche, è felice. Arturo Cuéllar, di cui abbiamo potuto ascoltare un brano anche la scorsa edizione del Festival, dirige il suo Concerto per chitarra e orchestra con la partecipazione del chitarrista Plinio Fernandes. Il brano è una commistione di stili tra la musica sudamericana, Cuéllar è colombiano, il jazz e musica classica. Il risultato è un concerto accessibile, con grande immediatezza di ascolto. Molto bene il chitarrista brasiliano in veste di solista. Degna conclusione di questo programma così eterogeneo la Quinta sinfonia di Schubert. Pagina a tutti nota, è stata eseguita senza direttore, con la concertazione della spalla Liana Gourdjia. Anche senza direttore l’esecuzione è fresca e ben concertata, chiara nelle intenzioni musicali e compatta nella resa sonora.

Il giorno seguente sempre a Portoferraio, ma nel chiostro del Centro Culturale de Laugier, in programma ci sono il primo Trio per pianoforte, violino e violoncello di Robert Schumann e il Quintetto per pianoforte e quartetto d’archi di George Enescu. Voluto nel 1562 da Cosimo I de’ Medici, l’ex convento S. Salvatore era destinato ad essere sede dell’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano fondato a Portoferraio un anno prima. Con il trasferimento dell’Ordine a Pisa, il convento fu affidato ai Francescani e, con le soppressioni Granducali e l’occupazione francese, venne successivamente trasformato in caserma. Oggi Centro Culturale e Congressuale, l’edificio mantiene l’intitolazione all’ufficiale napoleonico di origine elbana Cesare De Laugier, eroe di Curtatone e Montanara. Il programma inizia con il Trio op.63 di Schumann: Noam Greenberg al pianoforte, Pablo Hernan Benedi al violino e Indira Rahmatulla al violoncello.

Un brano così chiaramente caratterizzato da un grandioso slancio romantico trova nell’esecuzione una dimensione poco energica, troppo omogena per essere uscito dalla penna di Schumann. Gli scatti improvvisi di tempo e dinamiche, sono moderati ed ammorbiditi in un’esecuzione comunque strumentalmente impeccabile. A conclusione della serata la scoperta del Quintetto di Enescu. Si aggiungono per l’occasione Jonian Ilias Kadesha come primo violino, Georgy Kovalev viola e la violoncellista Vashti Hunter che prende il posto della Rahmatulla. La musica è misteriosa e sinistra, in una ambientazione di tipo modale che lascia sospeso l’ascoltatore in una quasi perenne situazione di disagio. Sicuramente, nonostante le grandi difficoltà della partitura del compositore rumeno, l’esecuzione segna un marcato passo in avanti rispetto a Schumann: si percepisce chiaramente una direzione nel discorso musicale, e una precisa unità di intenti. Torniamo in hotel consapevoli di aver ascoltato un grande quintetto, sia dal punto di vista compositivo che esecutivo, un brano che ascolteremo sicuramente numerose altre volte per costruire quella familiarità che si dovrebbe sempre avere con il grande repertorio.

Luca Di Giulio
(6-7-8 settembre 2023)

La locandina

6 settembre
Oboe Rossana Calvi, Davide D’Agostino
Corno Jukka Hariju, Marian Strandenius
Fagotto Andrea Zucco, David Garnés Poveda
Flauto Adam Walker flauto
Programma:
Wolfgang Amadeus Mozart
Divertimento per sestetto di fiati K. 253
Carl Philipp Emanuel Bach
Sonata per flauto solo in la minore H. 562
Bruno Bettinelli
Studio da Concerto per fagotto solo
Antal Doráti
La Cicala e la Formica tratto da 5 pezzi per oboe solo (1980)
Jukka Harju
Horn Hounds – quei cani pazzi per due corni (2000)
Wolfgang Amadeus Mozart
Divertimento per sestetto di fiati K. 270
7 settembre
Violino Jonian Ilias Kadesha, Pablo Hernán Benedí, Chiara Sannicandro , Diet Tilanus
Viola Georgy Kovalev, David Quiggle
Violoncelli Vashti Hunter, Orfeo Mandozzi
Contrabbasso Amerigo Bernardi
Chitarra Plínio Fernandes
Concertatrice Liana Gourdjia
Elba Festival Orchestra
Programma:
Olli Mustonen
Nonetto II
Arturo Cuéllar
Concerto per chitarra e orchestra – Prima esecuzione mondiale
Franz Schubert
Sinfonia n. 5 D. 485
8 settembre
Violino Jonian Ilias Kadesha, Pablo Hernán Benedí violini
Viola Georgy Kovalev
Violoncello Vashti Hunter, Indira Rahmatulla
Pianoforte Noam Greenberg
Programma:
George Enescu
Quintetto per pianoforte e archi op. 29
Robert Schumann
Trio per violino, violoncello e pianoforte n. 1 op. 63

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