La scelta dell’edizione Zero del neonato Festival Toscanini è quella intrigante della riproposizione di impaginati cari al dedicatario, tra grande repertorio e musica in certa qual maniera oggi poco frequentata ove non dimenticata.
Un pubblico scelto, al quale il direttore d’orchestra si è rivolto con un risoluto appello.
Tutto questo non sarebbe però stato possibile senza due cantanti palesemente a loro agio nell’opera come Szemerédy e Schöck. A loro agio non solo nella lingua, per evidenti ragioni biografiche, ma anche nel repertorio.