Recensioni dal Vivo (teatri e dintorni)

Vicenza: la Fabbrica” di Luigi Nono e il passato che non passa

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Sessant’anni dopo, La fabbrica illuminata di Luigi Nono appare da un lato come un reperto archeologico dell’avanguardia radicale che ha lungamente dominato il mondo musicale dopo la Seconda Guerra Mondiale, e dall’altro come una singolare “scheggia” di cronaca.

La passione muove la storia umana. È una declamazione che ha il gusto retorico di un’intervista di Marzullo o, peggio ancora, di Fabio Fazio.
Però è vera, se pensiamo, ad esempio, alla genuina passione che ispira le persone che rendono possibile l’esperienza di VoceAllOpera e il sogno che la ispira: portare l’opera fuori dai circuiti oziosi di quelli “che ben pensano” per portarla nelle periferie dell’umano

Miah Persson

Un cielo plumbeo e un mare livido proiettati su uno schermo lungo tutto il palcoscenico, una spiaggia ferrosa  e a separarli un recinto di ferro al quale s’aggrappa, immobile, la massa di prigionieri troiani,  infreddoliti  nei loro piumini variopinti e disperati come i migranti che sbarcano dal Mediterraneo sulle nostre coste e che figurano in carne ed ossa come comparse selezionate fra i rifugiati della Comunità di Sant’Egidio per un programma di inserzione sociale.  

Orizio

L’incantevole cornice del Teatro Municipale di Piacenza, oltre a un cartellone operistico allettante per scelta e varietà di titoli, annovera una serie di appuntamenti concertistici di particolare rilievo.

Protagonisti della serata inaugurale della Stagione 2019-2020 sono stati due fra i più importanti esponenti del periodo romantico: Franz Liszt e Robert Schumann.