Recensioni dal Vivo (teatri e dintorni)

Salisburgo: Tito soccombe al perdono

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Nell’allestimento che apre il Festival di Pentecoste, il cui titolo è quest’anno “Tutto Mozart”, Robert Carsen si conferma in tutta la sua genialità, assestando al pubblico un salutare cazzotto nello stomaco, svegliandolo e costringendolo a pensare.

Correva l’anno 1964 quando Merce Cunningham mise per la prima volta in scena un Event, ovvero una serata nella quale la coreografia e la musica si incontrano senza essersi necessariamente conosciute prima e senza necessità di avere una qualche reciproca affinità.

L’anno della rinascita Areniana inaugura con un nuovo allestimento per il Nabucco di Giuseppe Verdi, ad opera di Arnaud Bernard. L’opera che debutta nel 1842 a Milano, segna il riscatto personale del compositore dopo il fiasco di Un giorno di regno del ’40. Anche se non propriamente nell’intenzione dell’autore Nabucco è figlia del suo tempo, risultando ai posteri come la più risorgimentale delle opere Verdiane.

“Votez pour moi!” sussurra mellifluo il candidato di Destra, “Votez pour moi” gli fa eco, imperiosa, la candidata di Sinistra; in mezzo la Francia, in veste di Marianna un po’ dimessa, ubriacata dalle promesse elettorali dei due, ipnotizzata dall’uno e punzecchiata dall’altra.