Un clima oscuro che viene ben descritto dal regista Davide Livermore.
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Il mondo di questa Traviata e del suo entourage non è un mondo volgare, è semplicemente vuoto, fatuo, superficiale, e di questo mondo è parte anche un Alfredo-fotografo, che appare più innamorato dell’immagine di Violetta che della donna reale.
Ovvio che uno spettacolo concepito nel 1981 non è più attuale -ma va?- ma all’epoca fu contemporaneo e face riflettere e discutere, e oggi, per buona pace di chi non ci vuole credere, funziona ancora.
Un pubblico scelto, al quale il direttore d’orchestra si è rivolto con un risoluto appello.
Daniel Harding dirige Orchestra e Coro del Teatro La Fenice. Solisti il soprano Rosa Feola e il tenore Xabier Anduaga.
Un programma tutto mozartiano preceduto dalla Rêverie, il primo breve brano sinfonico del giovane Aleksandr Skrjabin. Una scelta di brani fortemente simbolica, nel nome della speranza e della positività […]
Le Salon Musical ha il piacere di intervistare Rosa Feola, giovane soprano che con seria dedizione e spontaneo entusiasmo sta collezionando importanti successi in tutto il mondo ed entusiastici consensi di pubblico e di critica.
Un cielo plumbeo e un mare livido proiettati su uno schermo lungo tutto il palcoscenico, una spiaggia ferrosa e a separarli un recinto di ferro al quale s’aggrappa, immobile, la massa di prigionieri troiani, infreddoliti nei loro piumini variopinti e disperati come i migranti che sbarcano dal Mediterraneo sulle nostre coste e che figurano in carne ed ossa come comparse selezionate fra i rifugiati della Comunità di Sant’Egidio per un programma di inserzione sociale.
Il colore di Elisir d’amore è un elemento alquanto delicato: non è facile, infatti, inquadrare la tinta di quest’opera la cui natura riassume in sé diverse espressioni del teatro musicale.
L’albero in piazza Duomo, le caleidoscopiche luminarie della Rinascente, la folla che ammira i scintillanti addobbi della Galleria Vittorio Emanuele sono preludio di bellezza a chi si reca al Teatro alla Scala per il tradizionale concerto natalizio.
Si ritorna a quei mitici anni ‘50, ma a Roma, con il Don Pasquale in scena alla Scala fino al 4 maggio, con la regia di Davide Livermore che ambienta l’opera nella Dolce Vita della Capitale. Un omaggio al cinema italiano la cui estetica fa da sfondo al capolavoro donizettiano innervandolo di una compiacente brillantezza.
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