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È dunque proprio l’incombente senso di incompiutezza il fulcro dell’Onegin, che pone domande senza mai rispondere.

Due capolavori tanto diversi ma consimili nell’ispirazione letteraria di fondo. Durante l’Ottocento infatti il mito dell’eroe romantico leggendario, oppositore al conformismo sociale e isolato dalle convenzioni della civiltà, si fece strada nell’immaginario letterario.

Quello di Mario Pontiggia è un allestimento nato nel 2017 proprio per Palermo, e in questa terza edizione conferma (ma diremmo quasi esaspera, dato che non è più una novità), una concezione registica asfittica, forse troppo concentrata sugli effetti delle belle scenografie di Francesco Zito e Antonella Conte piuttosto che su un reale lavoro di analisi e svisceramento delle dinamiche emotive dei personaggi.

ul palco tre talenti tutti siciliani: il soprano Federica Guida, il tenore Enea Scala e la direttrice Manuela Ranno che ha diretto l’orchestra del teatro e il coro preparato dal maestro Salvatore Punturo.

Il Teatro Massimo di Palermo inaugura la stagione 2022-2023 con una nuovissima, quanto rischiosa, produzione che certamente lascerà strascichi senza mezze misure.

È firmata dal direttore musicale Omer Meir Wellber e dal regista Marco Gandini, Kaiserrequiem, la nuova creazione che martedì 8 novembre alle 20:30 inaugura la stagione 2022-2023 del Teatro Massimo di Palermo che impegna Orchestra, Coro e Corpo di ballo del Teatro.

È quasi un percorso dentro all’antropologia culturale palermitana, quello che scandisce i cinque atti della rappresentazione.

Per raccontare un concerto come quello tenuto da Juan Diego Florez al Massimo di Palermo giova partire dalla fine: sei bis concessi dal tenore peruviano a fronte di un successo di pubblico – che meraviglia il teatro finalmente davvero esaurito in ogni ordine di posti – degno di un concerto rock.

Il Pirata è ascrivibile alla categoria delle opere impossibili per una serie dì ragioni oggettive, prima tra tutte la tessitura del protagonista pensata per un cantante, Rubini, considerato all’epoca il maggior virtuoso del falsettone e per il quale i re sopracuti erano il pane quotidiano.

Giorgio_Berrugi

L’ottimo accordo tra la mise-en-espace di Ludovico Rajata e la regia televisiva di Antonio Di Giovanni – cui si affianca la tutt’altro che secondaria regia audio di Manfredi Clemente – permette di dare vita ad uno spettacolo perfettamente godibile anche nell’ambito della bidimensionalità imposta dallo streaming […]

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Quando l’incubo sembra dissiparsi in una qualche “luce” musicale e perfino drammaturgica più confortevole e rassicurante, subito ci si ripiomba a capofitto. E anche questo fa parte della fenomenologia dei brutti sogni, se così vogliamo chiamarla.

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Non vi lasceremo senza musica” è la promessa che campeggia nello striscione esposto sulla facciata del Teatro Massimo dal giorno della nuova chiusura al pubblico per le ultime misure di contenimento del coronavirus. La promessa è stata mantenuta.

A chi per decenni si è lamentato della cristallizzazione delle forme rappresentative al Teatro Massimo è stato servito un “piatto saporito”, per dirla con l’abate Da Ponte: il Don Giovanni secondo Marco Gandini è infatti plasticamente aderente al nuovo corso.

L’italiana in Algeri di Rossini con la regia di Scaparro e Das Paradies und die Peri, il capolavoro di Robert Schumann, entrambe dirette dal direttore musicale onorario del Teatro Massimo Gabriele Ferro. Il programma della webTv dal 5 all’8 giugno.

Teatro Massimo

Prosegue, con un numero sorprendente di visualizzazioni, la programmazione della webTv del Teatro Massimo che continua a proporre il meglio delle sue produzioni di opere, balletti e concerti degli ultimi anni.