Diversi i motivi del richiamo che oggi può esercitare Prima la musica e poi le parole, farsa in un atto di Casti-Salieri (1786). In primo luogo la sua drammaturgia, fondata su un goloso voyeurismo metateatrale che ci rivela le segrete miserie della cucina operistica di allora e forse di sempre. Poi l’aver fatto da spunto di partenza, ben 150 anni dopo, per lo straussiano Capriccio; e già non sarebbe poco.
Grazie al film-documentario di Tom Volf “Maria by Callas” presentato in anteprima al Costanzi, la Divina è tornata a cantare al Teatro dell’Opera di Roma. “Il teatro era in debito con Maria Callas”, ha esordito introducendo la serata il Sovrintendente Carlo Fuortes.
Innanzitutto ringrazio dell’attenzione: sempre più spesso i concerti, e in particolare quelli di musica contemporanea, vengono ignorati dai media, tradizionali e online, che tutt’al più li annunciano nelle pagine degli spettacoli ma poi non li seguono né li commentano. Sempre più rare le occasioni di un confronto, di una riflessione sulle cose della musica.