Il maestro Chung porta con sé, data la sua caratura mondiale, un bagaglio di attese e di speranze tale per cui uno pensa e spera di assistere, ogni singola sera, al concerto memorabile da raccontare alle generazioni future.

Al dopo appartiene naturalmente il magistero interpretativo di Pietro De Maria, che fra i pianisti italiani della generazione di mezzo è sicuramente uno dei più interessanti.

Ed è con una visione cinematografica che Valentina Carrasco, regista argentina di affermata carriera, debutta al Teatro Regio di Torino proponendo una scena dentro la scena.

Il concerto, che è stato molto applaudito da un folto pubblico, proponeva del resto una delle pagine più affascinanti del repertorio sacro, considerata a buona ragione il monumento sinfonico-corale più importante del repertorio italiano.

Martedì 26 marzo è andata in scena sul palco del Festspielhaus di Baden-Baden la seconda delle tre recite di Elektra, il primo dei tanti capolavori della coppia Richard Strauss-Hugo von Hofmannsthal,.c

Nella proposta del suo regista David Pountney, il torrente di shock che l’azione drammatica sprigiona ha un supporto magnificamente preciso nella qualità delle voci.

Nell’ultimo incontro del format Ritratti, nel programma degli Amici della Musica di Firenze, dedicato ai contemporanei, l’ospite è il veneziano Claudio Ambrosini.

Lunedì 25 marzo, nell’ambito del Festival di Pasqua di Baden-Baden, i Berliner Philharmoniker e il loro direttore artistico e musicale Kirill Petrenko hanno replicato il galà wagneriano con cui è stato celebrato il capodanno 23/24 a Berlino.

La musica è una sorpresa, tra composizione tradizionale ed uso ben studiato dell’elettronica.

Angela Meade, ormai artista di casa al Carlo Felice dopo i passati successi, è l’indiscussa protagonista musicale del pomeriggio

Nel centenario della morte di Giacomo Puccini la Fondazione Teatri di Piacenza mette in scena Turandot in coproduzione col Teatro Comunale Pavarotti-Freni di Modena, Teatro Alighieri di Ravenna e Teatro Galli di Rimini.

Fra Trieste e Daniel Oren l’attrazione è fatale. Al Teatro Verdi nell’ormai lontano 1976, fresco di vittoria al Concorso Karajan di Berlino, il maestro israeliano si presentò giovanissimo, e vi è tornato con regolarità.

In questa nuova produzione scaligera, la cui ultima edizione risale al dicembre 1988 firmata da Riccardo Muti e Luca Ronconi, la regia è stata affidata a Chiara Muti, al suo debutto nel teatro meneghino.

Il Beethoven di Buchbinder, artefice dal pianoforte del solismo e della concertazione dei due concerti, è fresco, votato sia alla fede delle partitura sia alla ricerca di cosa sia giusto per il lirismo del concerto.