“Votez pour moi!” sussurra mellifluo il candidato di Destra, “Votez pour moi” gli fa eco, imperiosa, la candidata di Sinistra; in mezzo la Francia, in veste di Marianna un po’ dimessa, ubriacata dalle promesse elettorali dei due, ipnotizzata dall’uno e punzecchiata dall’altra.

Il festival “Benjamin Godard nei salotti parigini” si arricchisce di una nuova pagina, che illumina ulteriormente la figura del compositore e la innalza ad una considerazione che senza alcun dubbio merita.

Quella di Benjamin Godard, della sua figura e soprattutto della sua musica, si conferma, di ascolto in ascolto, come una delle più felici tra le riscoperte del Palazzetto Bru Zane. Godard o “della serenità”, della gioia leggera ma mai vacua che traspare dalle sue composizioni, del suo anelito ad una freschezza che non viene mai meno, neppure nei passaggi di maggior drammaticità.

Benjamin Godard è una scoperta felice e ricca di spunti di riflessione.
Ancora una volta il Palazzetto Bru Zane punta il riflettore, o meglio in questo caso la luce più soffusa di un elaborato lampadario da salotto, su di un compositore del quale ci si innamora al primo ascolto.

Figlia delle riforme liberali del 1864, prima delle quali gravi limitazioni erano imposte ai teatri parigini minori, “Les chevaliers de la table ronde” rappresenta la prima grande opera buffa in tre atti di Louis Auguste Florimond Ronger detto Hervé.

La Scuola Grande di San Giovanni Evangelista si presta nuovamente a cornice di una produzione del Palazzetto Bru Zane, dedicata a quel “meraviglioso” fiabesco legato a doppio filo al romanticismo francese.

Sei declinazioni dell’Amore: da quello campestre all’amore mistico, dalla tristezza alla ferita, dalla vita al sogno. Quello che colpisce dei programmi proposti dal Palazzetto Bru Zane è la loro straordinaria organicità, il seguire un filo conduttore tanto preciso quanto discreto nel suo dipanarsi.

Nell’anfiteatro veronese riecheggiano poemi creduti perduti nel tempo. I CARMINA BURANA, un corpus di testi poetici medievali dell’XI e del XII secolo prendono nuova vita e corpo nell’opera omonima di Carl Orff.

Così fan tutte o sia La scola degli amanti di W. A. Mozart su libretto di Lorenzo Da Ponte inaugura la Stagione Lirica 2015 di Padova.

Torna un grande allestimento apprezzato da critica e pubblico ideato nel 2006 da Hugo De Ana. I tre atti di cui l’opera si compone sono dominati da altrettanti frammenti della scultura in bronzo dell’Arcangelo Michele che rinfodera la spada, di Pierre van Verschaffelt che svetta dalla sommità del Mausoleo di Adriano a Roma.

Gli opposti si attraggono, ed attraendosi danno vita ad insolite ed affascinanti unioni di sensibilità. Sonig Tchakerian ed Leonora Armellini incarnano due approcci quasi antitetici all’esecuzione musicale, eppure insieme, nel contrasto, trovano uno straordinario punto di equilibrio che rende il loro ascolto in duo un’esperienza di grande seduzione.

C’è un senso d’intimità, di familiarità complice, di intesa sottintesa nella musica per pianoforte a quattro mani. Forse perché, soprattutto in Francia costituisce il veicolo di conoscenza del grande repertorio strumentale ed operistico, tedesco in particolar modo, è attraverso trascrizione a quattro mani che esso giunge nei salotti colti e non solo.

photo: Franziska Strauss

Probabilmente alcuni potrebbero storcere il naso alla definizione di “Beethoven francese” che, a lui vivente, fu destinata a George Onslow. Il compositore francese forse non possiede la dirompente carica creativa del ben più celebre, e non per caso, collega tedesco, e tuttavia con lui condivide la capacità non comune di sovvertire le regole codificate in una sorta di sfida con gli assunti essenziali della forma sonata e della partizione dei temi.

Il trio con pianoforte, nel panorama della musica da camera, suggerisce quasi sempre, un’atmosfera intima, da soirée musicale in famiglia. Il delizioso concerto che il Trio di Parma ha offerto al pubblico del Palazzetto Bru Zane lo scorso sabato ci è parso rispettare questa deliziosa domesticità sia nella scelta del programma che nella sua esecuzione.

Scelta che può risultare azzardata per molti amanti della lirica e scommessa del Direttore Artistico M° Ettore Pellegrino, le due opere Il telefono di Gian Carlo Menotti e Gianni Schicchi di Giacomo Puccini, nate dalla collaborazione con il Conservatorio “Luisa D’Annunzio”di Pescara, risultano amalgamarsi al meglio tra loro, […]