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E chi l’avrebbe detto, prima di recarsi al Teatro Comunale di Vicenza, che il secondo concerto della stagione della formazione giovanile vicentina si sarebbe risolto in una serata in cui spesso era difficile evitare di battere il tempo con il piede […]

Oltre i significati extra musicali che lo stesso autore attribuiva a questa partitura – nei suoi appunti si trovano frasi come “Completa rassegnazione di fronte al destino”, “Dubbi e rimpianti”, “Affidarsi interamente alla fede” – la Quinta Sinfonia di Cajkovskij (1888) è uno scintillante monumento di musica assoluta, nel senso etimologico del termine.

Il violoncello resta al centro dell’attenzione nei programmi dell’Orchestra del Teatro Olimpico. Dopo Nicolas Altstaedt, che insieme alla formazione giovanile basata a Vicenza aveva affrontato il Concerto op. 107 di Šostakovič, lunedì è è stata la volta di Enrico Dindo […]

L’ascolto di questa composizione al Teatro Comunale di Vicenza, con Alexander Lonquich sul podio dell’Orchestra del Teatro Olimpico, ha invece chiarito che l’Ottava merita di aggiungersi, gemma fra le gemme, alla corona sinfonica beethoveniana.

La serata è stata l’occasione per un confronto di grande suggestione fra il suono del Novecento e la ricerca del suono del primo Ottocento. E quanto proficuo sia stato il lavoro realizzato da Altstaedt è emerso nella metamorfica qualità palesata dall’Orchestra del Teatro Olimpico.

Finora iscritta – pur in una terra di consolidata tradizione corale – nella categoria “capolavori riconosciuti, rispettosamente tenuti ai margini del repertorio”, l’incompiuta Messa in Do minore di Mozart negli ultimi due mesi ha riguadagnato a Vicenza un po’ del tempo perduto.

Saltato il tradizionale concerto di San Silvestro per volere del virus, la stagione dell’Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza non si è fatta fermare dalla quarta ondata nella ripartenza dell’anno nuovo. In un teatro Comunale pieno per non più di metà (un peccato per chi ha rinunciato) si è presentato sul podio della formazione giovanile vicentina quell’eclettica figura di compositore-direttore-scrittore-promotore musicale che è Carlo Boccadoro

Tuttavia – e sorprende che Lonquich abbia trascurato questo decisivo aspetto – da qualche decennio a questa parte anche nel “Sancta Sanctorum” tedesco l’esegesi beethoveniana ha cambiato verso.

Mozart e Haydn, dunque, ma anche una piccola e popolare gemma sinfonica di Schubert, per una prova che ha avuto il merito di mettere in luce da un lato la splendida maturità interpretativa di Lonquich e dall’altro la musicalità della OTO […]

Il confronto rende chiaro, insomma, che in questo inizio di 2020 l’orchestra giovanile vicentina sta compiendo un’esperienza straordinaria: esattamente come accade nelle grandi istituzioni stabili, deve passare da un’epoca all’altra, da uno stile all’altro. Cambiare panorami musicali, affrontare “salite” che richiedano un impegno complesso e sempre diverso.

Igor Stravinskij

Per l’occasione da Berlino è arrivata a tirare le fila dell’esecuzione e soprattutto a coordinare la preparazione la violinista Antje Weithaas, che non ha mai abbandonato il fido archetto assumendosi quindi il ruolo di “konzertmeisterin”, di concertatrice senza podio.

Abituati come siamo ai programmi molto coesi e “collegati” che Alexander Lonquich è solito proporre ai suoi ascoltatori (sia che sieda da solo al pianoforte, sia che faccia musica da camera o salga sul podio), c’era da restare sorpresi nel leggere la locandina del concerto che lunedì lo ha visto protagonista insieme all’Orchestra del Teatro Olimpico al Comunale di Vicenza.

Nel corso di un lungo viaggio in Europa, compiuto in qualità di “inviato speciale” per la musica del re di Svezia, Joseph Martin Kraus – compositore di nascita tedesca che aveva scelto il paese nordico come seconda patria – si fermò a Vienna per alcuni mesi.

n robusto programma sinfonico – cronologicamente disteso lungo quasi un secolo – ha concluso la stagione dell’Orchestra del Teatro Olimpico al Comunale di Vicenza.

Nella stessa Inghilterra in cui Händel aveva portato a tardiva ma eccezionale rifioritura, nel 1739, l’ormai desueto Concerto Grosso, nasceva all’inizio del secolo scorso un singolare, isolato ma fascinoso esempio di analoga definizione strumentale, se non formale. L’Introduzione e Allegro op. 47 di Edward Elgar (1904) costituiscono in effetti una riproposizione della concezione barocca pre-solistica […]