Quanto a “Miranda”, programmata fra settembre e ottobre, dopo la pausa estiva e di cui abbiamo ammirato la penultima rappresentazione si tratta di una vera e propria novità, o meglio di una Semi-opéra da Shakespeare e Purcell in cui la regista Katie Mitchell e il direttore musicale Raphaël Pichon si sono ispirati a brani strumentali e teatrali di Henry Purcell per realizzare una “création lyrique” nello stesso spirito con cui si erano accostati  nel 2014 al Festival d’Aix-en-Provence alle cantate di Bach.

Il mezzosoprano Daniela Barcellona ritorna alla Scala con un recital prevalentemente incentrato sul lied di Schumann, Brahms e Gounod, passando per Rossini, fino ad arrivare a Tosti, Cilea e Bizet. Ad accompagnarla al pianoforte, il vocal coach e compagno di vita, il Maestro Alessandro Vitiello.

C’è qualcosa di nuovo nel mondo dell’opera, o d’antico, dipende dai punti di vista. Alla fine Graham Vick ha vinto la sua scommessa con i melomani verdiani parmensi raccogliendo un enorme successo, anzi una ovazione, al Teatro Farnese di Parma con il suo personalissimo allestimento dell’opera Stiffelio di Giuseppe Verdi.

Per questa sua insita potenza drammatica, “mettere in scena” la Passione (questa, come pure quella secondo San Giovanni) è diventata una sfida affrontata sempre più spesso. L’ha voluta raccogliere anche Margherita Dalla Vecchia, che dopo aver iniziato con successo il suo progetto-Passione nella primavera del 2016, e dopo averlo portato in versione rigorosamente oratoriale per chiese e teatri da Cremona a Borca di Cadore, da Verona a Vicenza (teatro Comunale, direttrice Isolde Kittel-Zerer) e a Venezia, l’ha proposto anche al Teatro Olimpico per il festival Conversazioni 2017, in un’edizione questa volta dotata di “coordinamento scenico”.

La straordinaria unione fra musica e gesto che si fondono compenetrando la loro natura più intima non si limita a dare l’idea di Preghiera in quanto sono esse stesse Preghiera, intesa come il più puro ed immediato (privo di mediazione) dialogo fra Naturale e Spirituale.

Don Giovanni e biondo, esile e longilineo, nel finale lo si spoglierà di tutto lasciandolo affrontare il mondo degli inferi poco vestito mentre gli altri gli fanno la morale. Leporello si rapporta con il padrone da pari a pari, spesso avendo la meglio. Donn’Anna è una donna isterica prima ancora del tentativo di stupro (vero? falso?) e segue l’ombra del padre con devozione quasi feticistica.

Con la messinscena della Cenerentola di Gioachino Rossini, a ricordo dei 200 anni dalla prima rappresentazione dell’opera avvenuta al Teatro Valle di Roma, venerdì 29 settembre ha preso il via la stagione lirica al Teatro Grande di Brescia, tappa del Circuito As.Li.co lombardo, nel nuovo allestimento curato da Arturo Cirillo e con la direzione musicale della cinese Yi-Chen Lin.

Un concreto “didattico” è con tutta probabilità l’approccio più efficace per calarsi nel mondo musicale di un didatta. Antoine Reicha fu eminentemente questo: uno straordinario teorico capace di una produzione musicale di assoluto rilievo tecnico che solo nel suo ultimo periodo trova maggior libertà espressiva.
Ivan Ilíc, con il suo pianismo meditato ma sempre luminoso nei colori riesce a sdrammatizzare l’ansia da prestazione che in più di un momento caratterizzala musica di Reicha. Il tocco è morbidamente deciso, la ricerca di colori costante, il legato usato con oculatezza.

E’ stata proprio l’immortale vedova lehariana a dare il la a una stagione tanto ambiziosa. Lo spettacolo di Jorge Lavelli che ne firma la regia con la collaborazione di Antonio Lagarto per le scene, Francesco Zito per gli splendidi costumi, Dominique Bruguière per il disegno luci e Laurence Fanon per le coreografie era la ripresa di una produzione nata a Palais Garnier nel 1997 e la rappresentazione cui abbiamo assistito la cinquantesima in questo collaudato allestimento.

Il pianista coreano Seong-Jin Cho ha l’eleganza semplice ma perentoria di chi sa di essere dentro alla musica. A 23 anni sta conquistando il mondo dei concerti, sull’onda di alcuni exploit rilevanti: terzo posto al concorso Rubinstein di Tel Aviv, terzo al Cajkovskij di Mosca; due anni fa, primo al concorso Chopin di Varsavia, il premio forse più reputato al mondo, che si tiene solo ogni cinque anni e nel cui albo d’oro si trovano i nomi di Maurizio Pollini, di Martha Argerich, di Krystian Zimerman.

Nella suggestiva cornice della Chiesa tardo medioevale di Santa Sofia a Padova, il primo Settecento è centro del terzo e ultimo appuntamento della rassegna di musica sacra “In principio”, presentata dell’Orchestra di Padova e del Veneto.

Ci sono compositori che fanno del rigore formale la loro cifra più immediatamente distinguibile; una sorta di firma che accompagna pressoché tutta la loro produzione. Antoine Reicha, boemo di nascita, di educazione viennese e francese per vocazione appartiene sicuramente a questa categoria seppur con qualche distinguo, dati da improvvise e spiazzanti arditezze armoniche che fanno di lui un autore da riscoprire, superando in certo modo la sua fama di didatta.

Ci sono occasioni nelle quali solo il silenzio può esprimere con pienezza l’oceano di emozioni che si susseguono al concludersi di un’esperienza sconvolgente ed insieme appagante. Non un silenzio vuoto, fine a se stesso, ma al contrario un silenzio denso e ricco.

Ecco, il concerto della Philharmonia Orchestra, con Esa-Pekka Salonen sul podio, inviterebbe al non parlare per l’oggettiva impossibilità di trovare parole adatte a descriverne l’incomparabile meraviglia; tuttavia il cronista deve in qualche modo rendere conto di ciò che ha ascoltato, pur rendendosi conto che gran parte di ciò che dirà risulterà insufficiente, se non inadeguato.

“This is Rattle”, un festival di dieci giorni che prevede conversazioni, mostre ed opere d’arte commissionate ad hoc, nonché una serie di concerti al Barbican Centre, incorona Sir Simon Rattle nuovo direttore musicale della London Symphony Orchestra (LSO). “Un’opportunità per celebrare la variegata cultura artistica del Regno Unito ed inspirare una nuova generazione di musicisti ed artisti”, parola di sua Maestà la Regina Elisabetta II.

Si è appena conclusa a Rovereto (Trento) la Settimana Mozartiana, giunta alla 26° edizione, promossa dall’Associazione Mozart Italia che dal 13 al 17 settembre 2017 ha coinvolto diversi luoghi e spazi del territorio trentino che furono tappe dei viaggi della famiglia Mozart nella loro percorsi verso la penisola italiana.