L’allestimento di Barrie Kosky nella sua estrema e   semplicità s’inchina all’assoluta sovranità della musica, persino quando ricorre a espedienti di grande effetto o a scorciatoie inattese.

Il concerto che è seguito era una vera prelibatezza per gli appassionati di musica d’arte, con un trio unico nel suo genere, formato da Emmanuel Pahud, primo flauto dei Berliner Philharmoniker, il clavicembalista Trevor Pinnock, pioniere della riscoperta della musica antica in epoca moderna e Jonathan Manson, già primo violoncello dell’Amsterdam Baroque Orchestra.

Della pagina busoniana la violinista Francesca Dego – che si dimostra ancora una volta solista tra le più valenti della sua generazione – dà una lettura tersa ed al contempo appassionata, attingendo ad una ricca gamma cromatica che si pone alla base di un fraseggiare mai scontato.

Innanzitutto cos’è Madina? Il compositore Fabio Vacchi la definisce “teatro-danza in tre quadri”, riferendosi al senso letterale del termine. Ma non solo.

Non stupisca dunque se anche i compositori, a modo loro, abbiano dato una propria visione dell’apocalisse.

Il direttore danese Thomas Dausgaard, ospite dell’Orchestra Haydn per i due consueti concerti a Bolzano e a Trento, propone un programma con musiche di Sørensen, Nielsen e Čaijkovskij.

Tutto questo, e anche di più, è stato raccontato da Blagoj Nacoski e Luca Ciammarughi – insieme per la quinta volta ad interpretare il Liederkreis schubertiano – ospiti della stagione concertistica dell’Associazione Filarmonica di Rovereto.

Il regista Matthias Hartmann pone il dubbio se il voto fatto da Idomeneo a Nettuno e l’esistenza stessa del dio non siano un mero frutto della mente del re, traumatizzato dall’esperienza bellica

Forza, eccentricità, avanguardia e soprattutto coerenza è ciò che Pierrot Lunaire di Xavier Sabata porta sul palco del Teatro de la Abadía

Per questo capolavoro verdiano torna a dirigere al Regio di Torino il maestro Riccardo Muti, confermando non solo il legame con la città ed il Teatro, ma soprattutto con l’Orchestra e il Coro del Regio.

La complessità dei due quartetti per archi e pianoforte, distribuiti nelle due parti del loro programma dedicato a Fauré, era ben presente nell’esecuzione del Trio Debussy.

La Rondine sfugge a ogni definizione: mette in scena sogni, amori, battibecchi che da un lato incantano e dall’altro divertono, con un’orchestra finissima e un’orchestrazione attenta a ogni tipo di ritmo, le danze di Parigi, le sue luci e il suo divertimento.

Trasmette empatia positiva fin dal suo ingresso sul palcoscenico, il giovane direttore Ming Chung, che ha debuttato a Firenze alla guida di Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino il 23 e 24 febbraio.

È proprio il carpe diem oraziano la chiave di lettura scelta da Matthias Lošek nell’allestire in forma semiscenica il capolavoro pucciniano nell’ambito della stagione Oper.a 2023/2024 della Fondazione Haydn di Bolzano e Trento.

Oggi assistiamo a un’interessante operazione che vede protagonista Diego Fasolis alla testa dell’orchestra I Classicisti.