Gli opposti si attraggono, ed attraendosi danno vita ad insolite ed affascinanti unioni di sensibilità. Sonig Tchakerian ed Leonora Armellini incarnano due approcci quasi antitetici all’esecuzione musicale, eppure insieme, nel contrasto, trovano uno straordinario punto di equilibrio che rende il loro ascolto in duo un’esperienza di grande seduzione.

C’è un senso d’intimità, di familiarità complice, di intesa sottintesa nella musica per pianoforte a quattro mani. Forse perché, soprattutto in Francia costituisce il veicolo di conoscenza del grande repertorio strumentale ed operistico, tedesco in particolar modo, è attraverso trascrizione a quattro mani che esso giunge nei salotti colti e non solo.

photo: Franziska Strauss

Probabilmente alcuni potrebbero storcere il naso alla definizione di “Beethoven francese” che, a lui vivente, fu destinata a George Onslow. Il compositore francese forse non possiede la dirompente carica creativa del ben più celebre, e non per caso, collega tedesco, e tuttavia con lui condivide la capacità non comune di sovvertire le regole codificate in una sorta di sfida con gli assunti essenziali della forma sonata e della partizione dei temi.

Il trio con pianoforte, nel panorama della musica da camera, suggerisce quasi sempre, un’atmosfera intima, da soirée musicale in famiglia. Il delizioso concerto che il Trio di Parma ha offerto al pubblico del Palazzetto Bru Zane lo scorso sabato ci è parso rispettare questa deliziosa domesticità sia nella scelta del programma che nella sua esecuzione.

Scelta che può risultare azzardata per molti amanti della lirica e scommessa del Direttore Artistico M° Ettore Pellegrino, le due opere Il telefono di Gian Carlo Menotti e Gianni Schicchi di Giacomo Puccini, nate dalla collaborazione con il Conservatorio “Luisa D’Annunzio”di Pescara, risultano amalgamarsi al meglio tra loro, […]

Al termine della Prima Guerra Mondiale non ci fu una singola famiglia, tra quelle degli stati belligeranti, nella quale non ci sia stato almeno un caduto da piangere.

Se avessimo un solo aggettivo a disposizione per definire l’atmosfera e le sensazioni trasmesseci dal concerto del giovanissimo Duo Contraste, giovedì scorso al Palazzetto Bru Zane, sceglieremmo senza dubbio “straniante”.