Se qualcuno fosse ancora convinto che l’arpa sia strumento destinato alle esibizioni salottiere di diafane giovinette, dovrebbe, dopo aver ascoltato Eleonora Volpato, ricredersi del tutto.

Nove banchi ordinati in file da tre, otto studenti disfatti dalla calura estiva nell’ultimo scorcio dell’Anno Scolastico 1999, il Professore di Storia e Filosofia, impedito dai tempi della didattica ad affrontare la Storia Contemporanea si rammarica di doversi limitare ad un elenco sterile dei genocidi del Ventesimo Secolo.

Una voce ed un pianoforte messi al servizio di poesia in musica in un susseguirsi di slanci che si alternano a intime meditazioni, ironia e passione, gioia e tristezza; la Poesia è la Vita nella sua accezione più alta e cristallina e se a questa si aggiunge la Musica tutto assume un senso ancora più profondo ed in certa maniera si torna alle origini, quando ποίησις e μέλος erano una cosa sola.

Due concerti, un unico esaltante cammino musicale in una dimensione che raggiunge vertici altissimi. Protagonisti l’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo con Yuri Temirkanov, e due pianisti che rappresentano due scuole e due distinte visioni del pianismo, anche per ragioni anagrafiche, impegnati a loro vicini per formazione estetica ed intellettuale.

Con la direzione di Aida e una serie di concerti con i Wiener Philharmoniker il Festival di Salisburgo 2017 accoglie il trionfo di Riccardo Muti e, nel caso in cui fosse ancora necessario, consacra quest’ultimo imperatore della kermesse.

Dieci minuti di applausi hanno definitivamente consacrato al successo la serata inaugurale del Grafenegg Festival 2017. La pioggia che sembrava dovesse impedire l’esecuzione all’aperto di Der Freischütz in forma di concerto ha ceduto il passo ad un cielo terso che ha abbracciato la Wolkenturm nel cuore del parco di Grafenegg.

Onore alla memoria di Alberto Zedda e di Philip Gosset, scomparsi all’inizio dell’anno a pochi mesi l’uno dall’altro, per questa apertura 2017 del Rossini Opera Festival Pesaro con la messinscena all’Adriatic Arena de Le Siège de Corinthe opera composta da Rossini nel 1826 più volte riadattata, in versione italiana, come Maometto II.

Tra tutti i ventagli che sventolavano in un’incandescente Arena sabato 5 agosto 2017 l’unico davvero indispensabile è quello della marchesa Attavanti che, lasciato all’Angelotti tra gli indumenti per celarne l’identità e facilitarlo nella fuga, metterà il segugio Scarpia sulla strada che lo condurrà tutti al tragico epilogo della vicenda.

Al Festival di Savonlinna il calore del pubblico finlandese ha sancito il successo de “I Puritani” di Vincenzo Bellini nella produzione del Teatro Real di Madrid con la regia di Emilio Sagi.

La calura infernale lascia il posto a qualche refolo di brezza, un lusso inaspettato in questi giorni, per consentirci di godere pienamente di una serata di musica che risuonerà a lungo dentro di noi e che ricorderemo come una tra le più felici degli ultimi tempi.

Dopo Piero Cappuccilli e Carlo Cossutta, con una sagace parentesi su Giuseppe Patanè, è la volta di Bonaldo Giaiotti, la cui lunga e gloriosa carriera internazionale è protagonista del nuovo volume che Rino Alessi, critico raffinato, dedica alle voci della sua regione, il Friuli-Venezia Giulia.

La scelta di due pagine del Debussy estremo, il più disilluso ed anche il più astratto non è usuale per un pianista ventenne, Axel Trolese invece sembra essere nato per questo repertorio.

La corte del castello Carrarese di Padova fa da cornice al nuovo allestimento della Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti, in coproduzione con Bassano Opera Festival.

Correva l’anno 1964 quando Merce Cunningham mise per la prima volta in scena un Event, ovvero una serata nella quale la coreografia e la musica si incontrano senza essersi necessariamente conosciute prima e senza necessità di avere una qualche reciproca affinità.

L’anno della rinascita Areniana inaugura con un nuovo allestimento per il Nabucco di Giuseppe Verdi, ad opera di Arnaud Bernard. L’opera che debutta nel 1842 a Milano, segna il riscatto personale del compositore dopo il fiasco di Un giorno di regno del ’40. Anche se non propriamente nell’intenzione dell’autore Nabucco è figlia del suo tempo, risultando ai posteri come la più risorgimentale delle opere Verdiane.