Oggi assistiamo a un’interessante operazione che vede protagonista Diego Fasolis alla testa dell’orchestra I Classicisti.

Lo scontro tra le due culture, americana e giapponese, si intreccia con interessi politici ed economici, creando uno scenario complesso e controverso che Berloffa ha puntato a evidenziare sottolineando l’assimilazione occidentale dell’Oriente.

Ulteriore merito di FSOA e di Spinnato, è quello di avere fra i propri obiettivi la valorizzazione del repertorio sinfonico di compositrici del periodo classico e romantico ancora poco conosciute al grande pubblico.

a serata era infatti costruita come un itinerario denso e coinvolgente nel mondo sonoro del violoncello, inteso specialmente (ma non soltanto) come “voce” capace di una sottigliezza comunicativa di assoluto fascino poetico.

Tre quadri, mille corpi. L’arte della danza viene incarnata con le sue molte facce nel trittico Smith/León e Lightfoot/Valastro, portato in scena questo febbraio per sei serate al Piermarini dal balletto scaligero.

Non si offenderà Bruckner se possiamo riassumere la sua cifra compositiva dicendo che non spicca nel panorama compositivo per la sua capacità sintetica.

Nel fervore per il centenario della morte, però, anche La rondine può trovare nuovo spazio. A Verona, ad esempio, eccola riapparire nella stagione del Teatro Filarmonico, 22 anni dopo la sua prima e unica presenza.

La cornice Jugendstil, insomma, prende il sopravvento sugli interventi modernizzanti che nel Prologo l’avevano messa in ombra, e il gioco del teatro nel teatro, caro a Strauss, si fa più sottile, come nei fatti deve essere.

Pianista, percussionista, compositore, direttore, musicologo, saggista, organizzatore, agitatore culturale, insomma intellettuale a tutto tondo, Boccadoro propone una serata di grande interesse e complessivamente piacevole.

Il minimalismo non si addice a Simon Boccanegra. Se l’intento era quello di rendere intelligibile uno dei tanti grovigli di Antonio Garcia Gutierrez, purtroppo l’operazione non è andata a buon fine.

Un vero concerto di Carnevale, divertente e bizzarro, quello che martedì 13 febbraio ha visto protagonisti, alla testa dell’Orchestra della Toscana, Aleksey Igudesman (che suona un prezioso violino Santo Serafino del 1717), e Hyung-ki Joo, pianoforte, meglio conosciuti come “Igudesman & Joo”.  

Due opere apparentemente eterogenee eppure legate da una sottile affinità, non solo musicale, ma drammaturgica.

Cats ha una nuova, emozionante versione italiana, firmata da Massimo Romeo Piparo che ha pensato di portare i gatti a Roma.

Lode al Teatro Lirico di Cagliari, che oramai da anni dedica l’aperura di stagione ad opere “desuete” e a riscoperte intriganti, per averla riportata in scena riaccendendo su di essa un interesse che ci si augura porti ad ulteriori approfondimenti.

Protagonista assoluta del secondo appuntamento stagionale con Cromatismi 3.0, il cartellone cameristico firmato dall’Associazione Chamber Music di Trieste e amorevolmente curato da Fedra Florit, è stata Gile Bae…