Gabriel Prokofiev porta un cognome impegnativo, pure, sfidando gli inevitabili paragoni con l’autore dell’Angelo di fuoco, è musicista di professione, e lo è da lungo tempo.

Davide Livermore trasporta, con intelligenza, le vicende negli anni ’30 del primo Novecento, non tanto in un Egitto storicizzato ma, come dicevamo su Tolomeo, un lussureggiante battello da crociera in movimento sul Nilo.

La compagnia ha il suo punto di forza nella bella e frizzante Adina di Nika Gorič che sa tenere in sospeso i suoi pretendenti con abilità scenica ragguardevole.

L’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini si è comportata molto bene, ricercando suoni puliti e nitidi, personali e compatti, uniti ad una varietà di colori non comune, da orchestra navigata.

L’opera di Nono possiede ancora oggi un manto di mito, quasi di leggenda. Ma perché? Perché quei suoni, quelle voci misteriose, quegli stridori sintetici, quei silenzi, ci affascinano, ci inquietano, ci coinvolgono ancora?

Don Pasquale, per il baritono Nicola Alaimo, è uno di quei ruoli che potremmo annoverare tra i “fantastici 5” dell’artista palermitano,

Una serata da successo al calor bianco, quindi, che ci fa sperare in un Festival Puccini di grandi celebrazioni, nonché in una Viareggio sempre più al centro della cultura musicale toscana.

Oggi arriva sul palco del Real ad opera del regista Lionel Meunier, in un’unica rappresentazione in cui personaggi come Prudenza, La Coscienza, il Tempo, l’Intelletto, il Mondo, la Vita mondana o l’Angelo Custode, sembrano attestare, e mai meglio detto, la necessità per noi di rinunciare ai piaceri materiali della vita e abbracciare la redenzione e così salvare le nostre anime.

L’ispirazione del lavoro si trova, infatti, sulle lapidi delle tombe del piccolo cimitero ebraico di Valdirose (Rošna Dolina), oggi nel Comune sloveno di Nova Gorica.

Sarebbe possibile un’interpretazione alternativa della figura libertina di Don Giovanni? E se lo immaginassimo meno colpevole dei suoi peccati, forse influenzato da donne meno ingenuamente vittime di quanto si supponga comunemente?

Nel centenario della morte di Giacomo Puccini, il Teatro Carlo Felice di Genova ha proposto un’edizione di Madama Butterfly di elevata qualità

Interamente vivaldiano il programma proposto al pubblico che oltre alla ritrovata sonata RV 829 proponeva Concerto in Mi minore per Archi e Continuo RV 134 e le Quattro Stagioni che Guglielmo affronta con brillante partecipazione e prassi esecutiva come sempre rispettosa ma al contempo ricca delle libertà che il Barocco offre.

Affidandola al valoroso Francesco Ivan Ciampa il Teatro Verdi ha compiuto, dopo le défaillances direttoriali dei primi due titoli di stagione, una scelta oculata.

Barbara Wysocka, ha scelto con cura il tempo e il luogo dell’ambientazione, per conferire alla narrazione una rilevanza contemporanea e anche un certo realismo, optando per gli Stati Uniti negli anni Sessanta, ritenendolo un contesto credibile per gli eventi dell’opera.

È ambizioso il lavoro del librettista Robert Prosser e del compositore Marius Binder che con questo lavoro si è aggiudicato la vittoria del concorso Opera Fringe della Fondazione Haydn di Bolzano e Trento.