Trasmette empatia positiva fin dal suo ingresso sul palcoscenico, il giovane direttore Ming Chung, che ha debuttato a Firenze alla guida di Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino il 23 e 24 febbraio.

Il violinista milanese Alessio Bidoli possiede la dote – non sempre così scontata, anche negli esecutori più accorti – della curiosità accompagnata dal gusto della riscoperta e della riproposizione di pagine in molti casi ingiustamente trascurate come appunto quelle di Freitas Branco.

È proprio il carpe diem oraziano la chiave di lettura scelta da Matthias Lošek nell’allestire in forma semiscenica il capolavoro pucciniano nell’ambito della stagione Oper.a 2023/2024 della Fondazione Haydn di Bolzano e Trento.

Oggi assistiamo a un’interessante operazione che vede protagonista Diego Fasolis alla testa dell’orchestra I Classicisti.

Lo scontro tra le due culture, americana e giapponese, si intreccia con interessi politici ed economici, creando uno scenario complesso e controverso che Berloffa ha puntato a evidenziare sottolineando l’assimilazione occidentale dell’Oriente.

Ulteriore merito di FSOA e di Spinnato, è quello di avere fra i propri obiettivi la valorizzazione del repertorio sinfonico di compositrici del periodo classico e romantico ancora poco conosciute al grande pubblico.

a serata era infatti costruita come un itinerario denso e coinvolgente nel mondo sonoro del violoncello, inteso specialmente (ma non soltanto) come “voce” capace di una sottigliezza comunicativa di assoluto fascino poetico.

Tre quadri, mille corpi. L’arte della danza viene incarnata con le sue molte facce nel trittico Smith/León e Lightfoot/Valastro, portato in scena questo febbraio per sei serate al Piermarini dal balletto scaligero.

Non si offenderà Bruckner se possiamo riassumere la sua cifra compositiva dicendo che non spicca nel panorama compositivo per la sua capacità sintetica.

Nel fervore per il centenario della morte, però, anche La rondine può trovare nuovo spazio. A Verona, ad esempio, eccola riapparire nella stagione del Teatro Filarmonico, 22 anni dopo la sua prima e unica presenza.

La cornice Jugendstil, insomma, prende il sopravvento sugli interventi modernizzanti che nel Prologo l’avevano messa in ombra, e il gioco del teatro nel teatro, caro a Strauss, si fa più sottile, come nei fatti deve essere.

Pianista, percussionista, compositore, direttore, musicologo, saggista, organizzatore, agitatore culturale, insomma intellettuale a tutto tondo, Boccadoro propone una serata di grande interesse e complessivamente piacevole.

Il minimalismo non si addice a Simon Boccanegra. Se l’intento era quello di rendere intelligibile uno dei tanti grovigli di Antonio Garcia Gutierrez, purtroppo l’operazione non è andata a buon fine.

Un vero concerto di Carnevale, divertente e bizzarro, quello che martedì 13 febbraio ha visto protagonisti, alla testa dell’Orchestra della Toscana, Aleksey Igudesman (che suona un prezioso violino Santo Serafino del 1717), e Hyung-ki Joo, pianoforte, meglio conosciuti come “Igudesman & Joo”.  

Due opere apparentemente eterogenee eppure legate da una sottile affinità, non solo musicale, ma drammaturgica.