Alcuni anni fa, il festival Vicenza Jazz si avventurò “Sulle rotte di Marco Polo”, e lui c’era. Non può essere un caso se quest’anno, in cui tutti, musicisti e appassionati, sono esortati a spingersi “Oltre le colonne d’Ercole, alla ricerca di una nuova luna” lui ci sia di nuovo.
Penultimo appuntamento della stagione 2018/19 del Teatro Nuovo Giovanni da Udine, il concerto della Belgian National Orchestra diretta da Hugo Wolff e con Bertrand Chamayou al pianoforte colpisce da subito per l’atipico programma, un viaggio nei principali esponenti del Romanticismo francese.
Si fa prima a dire ciò che Turandot non è; ovvero non è una semplice favola, o meglio non lo è nell’accezione prima del termine, e non è neppure un’oleografia esotica né l’affabulazione di un Oriente misterioso.
L’ultimo appuntamento della quarantesima edizione dei concerti promossi dall’Accademia di studi pianistici “Antonio Ricci” di Udine diretta da Flavia Brunetto, ha visto protagonista […], l’eccellenza italiana del pianoforte, meritatamente amata e riconosciuta in tutto il mondo.
È Nicola Losito, classe 1995. Un pianista riflessivo, concentrato e sensibile, che tuttavia si concede, con la freschezza dei suoi 23 anni, anche il divertimento del virtuosismo, del pianoforte come “macchina del suono”, di un’agilità vorticosa e impeccabile, nobilitata dalla straordinaria indipendenza delle le mani.
A rivelarci questa lussureggiante partitura è stata una delle più importanti compagini barocche: il Monteverdi Choir e gli English Baroque Soloists diretti dal loro glorioso fondatore John Eliot Gardiner.
Torna sulla scena londinese, anche con un passaggio in diretta in molte sale cinematografiche, il Faust nel geniale allestimento di David McVicar, nel quale tutto fa capo al démi-monde del Secondo Impero, lascivo e bigotto, ricco e cafone.
La Traviata, pur nella sua sconcertante attualità, può diventare un viaggio della memoria. Nel caso della Traviata messa in scena al Teatro Coccia di Novara il 3 e il 5 maggio dalla premiata ditta Matteo Beltrami & Renato Bonajuto, per due ordine di buoni motivi.
András Schiff a Vicenza non si era mai sottoposto – a memoria di chi scrive – a un tour de force pianistico come quello della ventiduesima edizione del suo “Omaggio a Palladio”, caratterizzata dall’esecuzione al teatro Olimpico di tutti i Concerti per pianoforte di Beethoven.
Con Zubin Mehta e l’Otello di Verdi si è concluso il Festival di Pasqua del Festspielhaus di Baden-Baden, celebre festival della cittadina termale nel sud-ovest della Germania.
Dopo i successi raccolti a Roma e a Madrid e i premi come Best DVD ai BBCMusic award 2019 e il XXXVIII PremioAbbiati come migliore regia del 2018, la nave da guerra Indomitable è approdata a Londra e non poteva che essere una ennesima battaglia vinta.
La Scala, a distanza di tredici anni dall’ultima rappresentazione, ripresenta il famoso titolo straussiano in una nuova produzione affidando la regia a Frederic Wake-Walker il quale coglie solo in parte le molteplici potenzialità di quest’opera perdendosi in citazioni che creano solo confusione.
Perché questo balletto sia pura emozione non sono solo gli applausi interminabili di un teatro pienissimo alla sua ultima rappresentazione a dirlo. E nemmeno le ripetute acclamazioni tributate anche tra un atto e l’altro a un cast vincente, che vede protagonisti ‘top’ Alessandra Ferri e Federico Bonelli, prestato dal Royal Ballet.
Alla Dorilla mancano l’ironia del Giustino e il fuoco dell’Orlando furioso e tuttavia non ci si annoia ad assistere agli amori contrastati di principesse, ninfe pastori e dei, soprattutto se l’allestimento e l’esecuzione musicale le conferiscono nobiltà. Per l’occasione si ricostituisce il quintetto che aveva portato al successo, la scorsa stagione, l’Orlando furioso e che rinnova l’impresa con esiti altrettanto favorevoli.
L’Allestimento proposto in questi giorni dal Cartellone della Staatsoper Under den Linden è quello storico che fu realizzato nel 2015 in occasione delle celebrazioni per il venticinquennale della riunificaizone tedesca.
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