Scritta su libretto proprio e basata sul dramma omonimo di Puškin e sulla Storia dello Stato Russo di Karamzin, Boris Godunov è la sola opera lirica che Modest Musorgskij ha completato. Puškin basò il suo dramma sul personaggio storico di Boris Godunov, membro della guardia personale di Ivan il Terribile.

L’arena di Riccardo III è sbilenca come lo era la sua schiena, secondo una tradizione che dalla poesia di Shakespeare pochi anni fa è arrivata alla verità storica del regale scheletro trovato sotto al parcheggio di un supermercato di Leicester. Ai piedi dei gradoni arrugginiti di un circo abbandonato, tutti i personaggi si muovono sopra una distesa di sabbia rossa. […]

Il ritorno del Pirata di Bellini e di Francesca da Rimini di Zandonai a distanza di sessant’anni dalle celeberrime rappresentazioni milanesi, insieme al recente debutto (!) scaligero del Fierrabras di Schubert, sono un segno importante di un’operazione culturale che va al di là di un mero recupero musicale.

Secondo Alberto Savinio Il Trovatore è il capolavoro assoluto di Giuseppe Verdi. In nessuna delle altre opere del maestro di Busseto l’ispirazione si è elevata al livello della diciottesima. Nessuna può vantare una tale quantità di canti che sappiano descrivere la solitudine notturna dei suoi personaggi e ne rappresentino, con altrettanta purezza, l’anelito all’elevazione.

La provincia italiana racchiude un oceano di tesori: da minuscoli teatri perfetti a strumenti meravigliosi sparsi nelle chiese.  Non fa eccezione la Chiesa Parrocchiale di Monte di Malo, la cui scalinata monumentale scende sinuosa dalla cima di una collina come lo strascico di un mantello. La Parrocchiale custodisce un meraviglioso organo Callido-Zordan del 1805 che, dopo un restauro accurato e rigoroso da parte della ditta Luigi Patella, è tornato a dispiegare le sue innumerevoli voci con la grazia e la forza di un tempo.

Lo spettacolo di cui Damiano Michieletto firma la regia con la collaborazione di Paolo Fantin per le scene, di Agostino Cavalca per i costumi anni Sessanta, di Alessandro Carletti per il disegno luci, con il contributo video di rocafilm, ha avuto però il pregio di realizzare con sobrietà i due diversi livelli di lettura di questo gioiello della maturità donizettiana.

Inaugurazione all’insegna dello status quo quella del novantaseisimo Opera Festival all’Arena di Verona. Dopo una mezz’ora “istituzionale”, con la deposizione di un mazzo di rose rosse su una poltrona di platea vuota a ricordo delle vittime di femminicidio, l’intervento della Sovrintendente Cecilia Gasdia comprensibilmente emozionata e la lettura, anche in traduzione tedesca, del messaggio del Presidente della Repubblica, si accendono le luci sulla nuova produzione di Carmen di Hugo De Ana, che firma come di consueto regia, scene e costumi.

Se all’epoca il progetto registico di Deborah Warner accolse qualche perplessità, a distanza di tempo si può affermare che la negazione di una definizione spazio-temporale e la volontà di stilizzare la dimensione affettiva – complice la concertazione di Myung-Whun Chung – hanno reso ancora più incisivo il messaggio beethoveniano.

«Il mio Cole è un ragazzo molto cattivo»: così si espresse la madre di Cole Porter quando le venne chiesto che cosa pensasse dei giochi di parole non propriamente da educande contenuti in Kiss me Kate. Sì, perché questo strepitoso musical, [..] contiene di tutto, compresa qualche elegante oscenità […]

A chi gli chiedeva se non rimpiangesse il fatto che Mozart abbia scritto solo cinque Concerti per violino e nessuno negli anni della grande maturità, uno storico interprete novecentesco come Szymon Goldberg (1909-1993) rispondeva che semmai era dispiaciuto per i violoncellisti, visto che il salisburghese non ha mai composto un Concerto per il loro strumento.

L’allestimento di Matthias Oldag è improntato ad un grande rigore formale senza tuttavia mai perdere di vista la componente romantica dell’opera. Pochi ma significativi elementi scenici, realizzati da Thomas Gruber, che firma anche I costume contemporanei, incorniciano un’azione scenica improntata all’essenzialità del gesto che si cristallizza nel tempo e nello spazio.

Divertente, anzi, esilarante l’allestimento de La Rivale, prodotta da Fondazione Teatro Coccia, è approdata in Ungheria per il Bartok Opera Festival Plus di Miskolc. Trattasi di opera contemporanea, musiche di Marco Taralli su libretto di Alberto Mattioli, tratta dall’omonimo racconto di Eric-Emmanuel Schmit […]

Non si è ancora spenta l’eco dell’ultima Norma di Mariella Devia alla Fenice, che il Teatro Ivan Zajc di Rijeka, l’antica Fiume, chiude la sua stagione 2017/2018 con un nuovo allestimento dell’opera di Bellini assente dalle scene della città croata dal 1996.

Alla fine non muore nessuno, nessun sacrificio si compie in nome della redenzione: l’Olandese riprenderà il suo trolley con dentro l’abito di scena e se ne andrà per la sua strada lasciando Senta ad ascoltare in cuffia uno dei suoi dischi, in preda ad una specie di trance mistica.

Con il concerto tenutosi mercoledì 6 giugno 2018 all’ Auditorium di Trento si è conclusa la stagione sinfonica 2017-2018 della Fondazione Orchestra Haydn di Bolzano e Trento. Finale di stagione che si è affidato al ritmo delle percussioni […]