Cesare Lievi, che firma l’ allestimento inaugurale dei Budapesti Wagner napok 2018, coglie perfettamente il significato profondo e imprescindibile della pagina ponendo il mare, che unisce per poi dividere e riunire infine in un ultimo disperato amplesso i due amanti, come coprotagonista senza tuttavia mai perdere il filo di una narrazione intima e introspettiva.

Ancora troppo poco si sa della produzione teatrale di Franz Schubert, il quale oltre alle più celebri pagine liederistiche, cameristiche e pianistiche ha prodotto una ventina di titoli operistici, di cui sette rimasti incompiuti.

Alla fine è stato il plotone coreano che si è aggiudicato la maggior presenza in finale anche se è stato il baritono cinese Hao Tian che si è aggiudicato la XXV ed. del concorso presentandosi al pubblico con arie dalle Nozze di Figaro di Mozart e dal Gianni Schicchi di Puccini. 

Prima ancora che un’opera dimenticata di Charles Gounod (1818-1893), il musicista francese di cui ricorre quest’anno il bicentenario della nascita, La Nonne sanglante è una figura letteraria ben conosciuta del romanticismo d’oltralpe, suscettibile quindi d’ispirare – come, in effetti, fu – la fantasia di un’artista ancora giovane cui l’Opéra commissionò un lavoro di argomento gotico.

Orfeo è l’artista per eccellenza, che dell’arte incarna i valori eterni. I temi chiamati in causa dal suo mito – l’amore, l’arte, l’elemento misterico – sono il motivo di una fortuna senza pari nella tradizione letteraria, filosofica, musicale, culturale e scultorea che l’hanno rappresentato.

Felice non solo l’Inganno ma anche l’inaugurazione della ventisettesima edizione delle Settimane Musicali al Teatro Olimpico con una messa in scena della seconda delle farse che Rossini, ventiduenne, scrisse per il veneziano Teatro di San Moisè e nella quale il valore dell’esecuzione musicale si coniuga perfettamente con un allestimento intelligente e godibilissimo.

Terzo, e più popolare dei tre titoli del Trittico pucciniano, Gianni Schicchi fa ormai vita a sé sui palcoscenici di tutto il mondo e, abbandonato il primigenio abbinamento con le consorelle Il Tabarro e Suor Angelica, si preferisce abbinare la commedia nera di derivazione dantesca su libretto di Giovacchino Forzano ai lavori più vari.

Il concerto di Takt Time, ensemble di percussioni creato e guidato da Enrico Giachino ci ha dato occasione, oltre al piacere dell’ascolto di musica eseguita in modi e forme che si potrebbero definire non contigue alla tradizione, di imparare molte cose.

Composta sul finire del 1848, solo tre anni prima del Rigoletto, La battaglia di Legnano è in pratica la vera e forse unica opera risorgimentale di Verdi, ben più di Nabucco o Vespri. Il merito va in gran parte all’ostinazione del librettista Salvatore Cammarano, perché Verdi e Ricordi avrebbero preferito un soggetto ricavato dal più apertamente patriottico Rienzi di Bulwer-Lytton.

Se avessimo un solo aggettivo per definire il programma del concerto di Lilya Zirberstein, giunta a sostituire il previsto Murray Perahia per l’ultimo concerto della stagione della Società del Quartetto, sceglieremmo di usare l’intraducibile gemütlich, che sta a significare un misto di piacevole calore e di appagamento intimo.

Gerusalemme diventa la Vienna della Secessione, la terrazza del palazzo di Erode è illuminata da tre lampadari Jugendstil che pendono fra le colonne austere di un portico; l’ombra prevale sulla luce e crea immagini fugaci eppure nettamente stagliate nello spazio.

Nell’ambito degli omaggi resi a Rossini in occasione dei 150 anni dalla sua scomparsa si è inserito il concerto straordinario offerto dalla Fondazione Arena di Verona che ha presentato al Teatro Filarmonico sabato 20 maggio la Petit messe solennelle giocata tutta in casa, […]

Venti minuti di applausi, anche “à la russe” e lanci di fiori da palchi e gallerie; così si è consumato l’addio alle scene di Mariella Devia, con il pubblico commosso e tutto in piedi a tributare un omaggio sincero e tuttavia sobrio, in puro stile Devia, ad un’artista dalla carriera limpida come poche, senza sbavature o cedimenti, fondata su scelte precise di repertorio, disciplina e studio costante, lontana anni luce da qualsiasi indulgenza divistica.

Non si commercia, non c’è guerra, non si muore e le donne governano; quello della Luna è un reame ideale, una di quelle nazioni che anche a noi piacerebbe visitare per poi magari decidere di rimanere.

La stagione sinfonica 2017-2018 promossa dalla Fondazione Orchestra Haydn di Bolzano e Trento si sta avviando alla conclusione. L’ultimo appunto vedrà protagonista il marimba, supportato dai timpani, come strumenti solista nella prima esecuzione assoluta di una composizione dedicata a questi due strumenti appositamente commissionata al compositore brasiliano Ney Rosauro.