Basso ostinato, finora inedito vede finalmente la luce pubblicato dalla Società Editrice di Musicologia dopo un paziente lavoro di collazione dei dattiloscritti a cura di Oreste Palmiero, bibliotecario e musicista anch’egli vicentino.
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È una grande soddisfazione – viene ribadito – presentare una stagione artistica così ricca di contenuti e suggestioni, la tredicesima nella storia del Teatro Comunale, con un’offerta di spettacolo dal vivo di alto livello culturale in tutti i generi artistici, con proposte di impegno affiancate a spettacoli di intrattenimento intelligente […]
Bagliori d’oro accenderanno l’edizione 2019 di Vicenza in Lirica, il grande Festival in programma dal 31 agosto al 15 settembre con la direzione artistica di Andrea Castello. Promossa dall’associazione Concetto Armonico, la manifestazione sarà realizzata con la collaborazione di Comune di Vicenza e Gallerie d’Italia […]
Da giovedì 2 a domenica 5 maggio il Teatro Olimpico di Vicenza accoglie la XXII edizione del festival “Omaggio a Palladio” che ha per protagonisti Sir András Schiff e la Cappella Andrea Barca.
n robusto programma sinfonico – cronologicamente disteso lungo quasi un secolo – ha concluso la stagione dell’Orchestra del Teatro Olimpico al Comunale di Vicenza.
Nasce da un’idea del maestro Andrea Marcon il Concorso internazionale opera barocca “Voci Olimpiche” in programma al Teatro Olimpico di Vicenza […] con la rappresentazione dell’opera “Alcina” di Georg Friedrich Händel.
A ritroso nell’Ottocento, dall’ultimo decennio del secolo, quando Debussy metteva a punto la Suite Bergamasque, al fatale autunno del 1828, in cui Schubert consegnava al mondo non il suo canto del cigno, ma un’impressionante collana di canti del cigno.
L’altra sera il giro si è allargato con il debutto vicentino – sala grande del Teatro Comunale – dell’Ensemble Scharoun, intitolato all’architetto che progettò fra gli anni Cinquanta e i primi Sessanta la Philharmonie, l’edificio a sua volta mitico che è la casa madre dell’orchestra, fra il Tiergarten e la Potsdamerplatz, fino a trent’anni fa a poche centinaia di metri dal Muro.
Negli ultimi anni – qualche decennio in verità – le Sonate per pianoforte di Beethoven stanno rapidamente perdendo la centralità nel repertorio che hanno avuto a lungo, crescente nel secondo Ottocento, sicura e trionfante nel Novecento a cavallo della seconda guerra mondiale e almeno fino agli anni Ottanta.
Nel salotto di Emanuel Ax, il pianoforte è un protagonista squisitamente “demodé”. Che proprio per questo aspira però, legittimamente, all’universalità. Il fascino e l’eleganza non sono inutilmente esteriori, ma appaiono distillati con la classe di un pensiero musicale sofisticato e lungamente elaborato, lontano dalla tendenza del pianismo di oggi, atletico, estroverso, “tirato”. Vicino invece a una sensibilità che gioca l’espressione su un suono dalle sfumature delicate eppure straordinariamente nitide.
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