Prosegue l’interessante progetto torinese che dal Festival Casella (Premio Abbiati 2016) è giunto quest’anno alla sua terza edizione, dedicata a Richard Strauss.

Bisogna essere riconoscenti allo sconosciuto autore dell’unico manoscritto esistente dell’opera barocca Zenobia, regina de’ Palmireni, conservato alla Library of Congress di Washington. Si tratta, come suol dirsi, di una “copia d’uso” del primo lavoro melodrammatico di Tomaso Albinoni, cioè della partitura utilizzata per un’occasione esecutiva.

Il giorno prima del concerto, un invito personale dei padroni di casa comunica l’indirizzo esatto, fino ad allora segreto. E’ questa la caratteristica dei concerti del circuito Wunderkammer in cui per ogni concerto di “Hausmusik” vengono annunciati solo il programma, gli interpreti, l’orario e la località in cui avrà luogo ma non la sede.

Dido and Aeneas è il capolavoro del teatro musicale barocco dell’inglese Henry Purcell (1659-1695). Vivente l’autore si ha notizia di un’unica rappresentazione, avvenuta molto probabilmente nell’ottobre del 1689 al Collegio di Josian Priest, a Chelsea, un sobborgo di Londra.

Bach è l’Alfa e l’Omega. La serata comincia da lì – Preludio in Do diesis maggiore dal primo Libro del “Clavicembalo ben temperato”, suonato tale e quale è scritto, con la sua melodia ondeggiante ma ben ancorata ad alcuni rassicuranti riferimenti armonici; e finisce lì – Fuga in La minore dal secondo Libro, ugualmente in purezza, con quel piccolo tema di quattro note che rimbalza e s’impenna come un’affermazione di principio, un motto, un “credo”.

Presentata alla stampa la prima edizione del Vicenza Opera Festival, ideato dal direttore ungherese Iván Fischer e realizzato dalla Società del Quartetto. Apre la rassegna il Falstaff di Verdi con la Budapest Festival Orchestra diretta da Fischer e Ambrogio Maestri nel ruolo del protagonista. Completa il programma un concerto lirico-sinfonico.

Kosky si trova di fronte ad una delle più popolari opere mai scritte. È evidente come lo sforzo principale del regista sia stato quello di proporre una nuova Carmen navigando il più lontano possibile (forse troppo) dal realismo e dall’immaginario che questa opera inevitabilmente porta con sé.

Tra la Fondazione Teatro lirico Giuseppe Verdi di Trieste e il Teatro Nuovo Giovanni da Udine non sempre i rapporti sono stati idilliaci. La stagione in corso, però, segna una svolta e da Trieste sono arrivati o arriveranno nel capoluogo friulano i tre appuntamenti con la grande lirica che il Giovanni da Udine ospita nell’ambito della sua attraente stagione di musica e danza 2017/2018.

Mettete un pomeriggio di fine Carnevale, aggiungete un angolo di Venezia noto ad una cerchia di iniziati che rifuggono la folla mascherata, completate il tutto con due operette in un atto i cui autori furono arcinemici nella vita e nell’arte, et voilà: il divertimento è servito.

L’offerta musicale a Firenze è sostanziosa. In una città che conta meno di 400.000 abitanti, si intrecciano e a volte si accavallano le stagioni del nuovo Teatro dell’Opera, sede del Maggio Musicale Fiorentino, i numerosi appuntamenti degli Amici della Musica presso il Teatro della Pergola e le attività di diverse altre istituzioni, per esempio le rassegne concertistiche e le altre iniziative dell’Opera del Duomo.

La ricerca della verità a tutti I costi e a dispetto delle conseguenze che ne possano derivare, insieme allo scavo del rapporto spesso conflittuale tra donna e uomo, costituisce il punto di contatto essenziale fra Senza sangue, il più recente lavoro di teatro in musica di Péter Eötvös e il Castello del duca Barbablù di Béla Bartók, in scena insieme, come nell’intenzione prima di Eötvös, al Müpa di Budapest.

Ha quasi cent’anni ma non li dimostra l’Histoire du Soldat di Igor Stravinskij. Da rifugiato in Svizzera dalla Russia, fu composta tra il 1917 e il 1918 in piena bufera bellica, in una realtà che costrinse scrittori e musicisti a confrontarsi con quel momento storico e con il loro isolamento che ne derivò, perdendo qualsiasi contatto al di fuori del rifugio precario conquistato.

Volendo dividere in due serate l’esecuzione dell’integrale delle Sonate e Partite per violino solo di Bach, Suyoen Kim ha operato una scelta piuttosto asimmetrica e del tutto personale.

Il 31 maggio 2017 sir Jeffrey Tate concludeva la stagione dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento dirigendo la Nona Sinfonia di Mahler con già la promessa di un suo ritorno in regione per la stagione successiva con un programma dedicato alle sinfonie di Schubert e Brahms.

In genere a carnevale i teatri mettono in cartellone titoli del repertorio comico se non operette, non così il Teatro Nazionale Sloveno di Maribor che torna a programmare La Forza del destino di Giuseppe Verdi nell’allestimento firmato da Pier Luigi Maestrini che debuttò in loco nella stagione 2010/2011.