Felice non solo l’Inganno ma anche l’inaugurazione della ventisettesima edizione delle Settimane Musicali al Teatro Olimpico con una messa in scena della seconda delle farse che Rossini, ventiduenne, scrisse per il veneziano Teatro di San Moisè e nella quale il valore dell’esecuzione musicale si coniuga perfettamente con un allestimento intelligente e godibilissimo.

Terzo, e più popolare dei tre titoli del Trittico pucciniano, Gianni Schicchi fa ormai vita a sé sui palcoscenici di tutto il mondo e, abbandonato il primigenio abbinamento con le consorelle Il Tabarro e Suor Angelica, si preferisce abbinare la commedia nera di derivazione dantesca su libretto di Giovacchino Forzano ai lavori più vari.

Il concerto di Takt Time, ensemble di percussioni creato e guidato da Enrico Giachino ci ha dato occasione, oltre al piacere dell’ascolto di musica eseguita in modi e forme che si potrebbero definire non contigue alla tradizione, di imparare molte cose.

Composta sul finire del 1848, solo tre anni prima del Rigoletto, La battaglia di Legnano è in pratica la vera e forse unica opera risorgimentale di Verdi, ben più di Nabucco o Vespri. Il merito va in gran parte all’ostinazione del librettista Salvatore Cammarano, perché Verdi e Ricordi avrebbero preferito un soggetto ricavato dal più apertamente patriottico Rienzi di Bulwer-Lytton.

Se avessimo un solo aggettivo per definire il programma del concerto di Lilya Zirberstein, giunta a sostituire il previsto Murray Perahia per l’ultimo concerto della stagione della Società del Quartetto, sceglieremmo di usare l’intraducibile gemütlich, che sta a significare un misto di piacevole calore e di appagamento intimo.

Un Bach col cuore, con amore per la sua arte, come invita il gioco di parole “Bach with heART”. È questo il titolo dell’ultimo album registrato dall’organista friulana Silvia Tomat per l’etichetta discografica francese Fugatto. Una selezione di forme musicali esemplificative degli organ works dell’inarrivabile artigiano del Barocco. Toccata e fuga, corale, triosonata, partite e fantasia.

Gerusalemme diventa la Vienna della Secessione, la terrazza del palazzo di Erode è illuminata da tre lampadari Jugendstil che pendono fra le colonne austere di un portico; l’ombra prevale sulla luce e crea immagini fugaci eppure nettamente stagliate nello spazio.

Nell’ambito degli omaggi resi a Rossini in occasione dei 150 anni dalla sua scomparsa si è inserito il concerto straordinario offerto dalla Fondazione Arena di Verona che ha presentato al Teatro Filarmonico sabato 20 maggio la Petit messe solennelle giocata tutta in casa, […]

Venti minuti di applausi, anche “à la russe” e lanci di fiori da palchi e gallerie; così si è consumato l’addio alle scene di Mariella Devia, con il pubblico commosso e tutto in piedi a tributare un omaggio sincero e tuttavia sobrio, in puro stile Devia, ad un’artista dalla carriera limpida come poche, senza sbavature o cedimenti, fondata su scelte precise di repertorio, disciplina e studio costante, lontana anni luce da qualsiasi indulgenza divistica.

Non si commercia, non c’è guerra, non si muore e le donne governano; quello della Luna è un reame ideale, una di quelle nazioni che anche a noi piacerebbe visitare per poi magari decidere di rimanere.

La stagione sinfonica 2017-2018 promossa dalla Fondazione Orchestra Haydn di Bolzano e Trento si sta avviando alla conclusione. L’ultimo appunto vedrà protagonista il marimba, supportato dai timpani, come strumenti solista nella prima esecuzione assoluta di una composizione dedicata a questi due strumenti appositamente commissionata al compositore brasiliano Ney Rosauro.

La scoperta del jazz da parte della musica cosiddetta “colta” ha avuto nel Novecento momenti di grande fervore creativo, dalle risonanze avanguardistiche, se non rivoluzionarie. Eppure, è difficile considerare questo capitolo come qualcosa di decisivo nella tormentata e complessa vicenda della musica moderna e post-moderna.

Applausi dopo la prima parte, applausi a scena aperta e dopo la seconda e ancora applausi al termine della rappresentazione hanno salutato sabato sera, al Teatro Nazionale Croato Ivan Zajc di Rijeka, l’antica Fiume, Falstaff terzo titolo del progetto ideato dal Sovrintendente dell’istituzione musicale croata Marin Blažević su Macbeth – Otello – Falstaff, in altre parole, come recitano gli striscioni che addobbano il teatro Verdi – Shakespeare – Surian.

Certamente a Fortunato Depero sarebbe piaciuta questa rielaborazione tra digitale ed elettronica incentrata sull’interazione tra robot ed elettronica e azione coreografica del suo storico spettacolo Balli plastici, azione coreografica da lui creata nel 1918 secondo i dettami dell’estetica Futurista, proposta a Rovereto dalla compagnia di danza Abbondanza /Bertoni (compagnia stabile nel panorama culturale trentino).

Quale Pelagia? Le antichissime tradizioni della Cristianità orientale ci presentano due sante omonime vissute nella stessa città: Antiochia, l’opulenta e corrotta metropoli della Siria. Ma la prima, vittima della persecuzione di Diocleziano, sarebbe morta quindicenne lanciandosi dalla finestra per sfuggire alla cattura, mentre la seconda […] era famosa per essere “la prima delle attrici di Antiochia”, nonché impudica danzatrice e cortigiana assai ricercata.