Il cielo stellato di una mite serata di fine estate e la familiare quanto rassicurante vista della candida facciata del Duomo a far da scena all’evento che ogni anno ribadisce il legame tra la Filarmonica della Scala e la città di Milano.

La terza giornata della Biennale Musica 2021 – che giova ricordare porta quest’anno il titolo Choruses – si è rivelata una rappresentazione paradigmatica sull’evoluzione della voce nella Musica Nuova e del suo impiego non solo come “mezzo” ma anche e soprattutto nella sua imprescindibile funzione espressiva.

L’eredità del Suono, inteso come elemento fondante della natura umana, e la sua persistenza anche quando la sua “fisicità” viene meno costituisce il punto di partenza – ed in certa qual maniera anche quello di arrivo – di Only the Sound remains […]

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Questi elementi li ha ben chiari Daniel Harding che sul podio della Filarmonica della Scala ha restituito un’interpretazione schubertiana di emblematica freschezza. 

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La Saariaho è creatrice di voci e anche qui lo strumento solista trova la sua dimensione in un gioco articolato e fascinoso di rimandi alla vocalità intesa come suono della Natura.

La donna angelicata, che è tramite tra l’uomo e Dio per Dante Alighieri e per i suoi sodali dello Stil novo, apre e suggella il concerto diretto domenica 12 settembre da Riccardo Muti a Ravenna e poi a Firenze e a Verona, le tre città del Poeta.

Occasione assai interessante (e ben costruita, nella sua immediatezza) per capire come sia lo stato delle cose musicali a Est, se è vero che queste due formazioni, in questo momento, sono fra le punte di diamante del concertismo fra Mosca e San Pietroburgo.

La sensazione di molti di noi varcando la soglia del Piermarini, ormai stanchi dell’opera in streaming -lodevole ripiego per far sopravvivere il teatro musicale e gli artisti ma mancante di tutto quell’apparato sociale che il teatro è sempre stato- è stata come tornare a casa. Commovente.

Divenuta simbolo, la “palla di vetro con neve” resta a vista sin dal principio durante tutto l’arco della Rappresentazione […]

A maggior ragione, dunque, l’occasione offerta da Vicenza in Lirica ha le caratteristiche di una scelta rischiosa e coraggiosa, come dovrebbe essere proprio dei festival […]

È giunto al termine il Festival Antiqua, una delle quattro anime del Bolzano Festival Bozen, con un ultimo, grande concerto. Il mezzosoprano Grace Durham e Christophe Rousset con Les Talens Lyriques – Gilone Gaubert e Benjamin Chénier violini, Marjolaine Cambon viola da gamba – hanno costruito un bellissimo programma dal carattere francese, o compositori che in Francia vi sono nati o autori influenzati da quella cultura musicale.

Se il cambiamento non lo guidano i giovani, chi dovrebbe farlo? Il discorso vale per ogni aspetto delle umane attività, ma qui si parla in particolare del superamento delle cosiddette convenzioni nel fare musica, che poi sono speculari alle convenzioni (e alle aspettative) di chi quella musica organizza, promuove e soprattutto ascolta.

E il regista milanese, 91 anni compiuti lo scorso 15 giugno, fa una cosa che neanche molti suoi colleghi ben più giovani fanno spesso: al centro della fila di tutti i protagonisti dello spettacolo che si tengono per mano, guida una giocosa corsa dal fondo del palco fino al proscenio, […]

Una cosa che possiamo affermare con certezza è che Juraj Valčuha sa come far suonare un’orchestra. Il lavoro fatto su questo programma era evidente, in primo luogo nel compattare il suono degli archi che, complici anche i molti aggiunti per la produzione, non avevano vita facile.