Un Brunello in forma smagliante, tecnicamente impeccabile ma senza nessuna concessione a freddezza e asetticità, regala fin dal perentorio incipit del concerto un’esperienza memorabile.

Per il critico è al contempo cruccio e piacere, il sedersi di fronte al computer per recensire un concerto bellissimo. Parte di te non vorrebbe tornare a scavare nella memoria, mettersi ad analizzare i ricordi razionalmente e ponderando ogni nota. Ma questi accrediti dobbiamo pur guadagnarceli in qualche modo e dunque eccoci qua.

La regia o meglio il nuovo stampo drammaturgico del nuovo travolgente Aroldo a cura di Emilio Sala ed Edoardo Sanchi traspone l’ambientazione storica partendo dagli anni ’30 della guerra coloniale italiana in Africa (1935-1936) fino al 28 dicembre del 1943, uno dei tanti giorni di bombardamenti su Rimini, […]

Vicenza_in_lirica

Anche sul versante vocale, notevole l’attenzione, sia pure con risultati non sempre omogenei, per i caratteri di un’esecuzione “storicamente informata”.

Una lettura piacevole, appassionante, in cui non mancano le rivalità con le altre grandi della lirica e molto altro, per raccontare una donna così straordinaria che ha davvero conquistato il mondo.

La scrittura polifonica e contrappuntistica bachiana risulta molto bel delineata e chiara nella sua verticalità e nello sviluppo narrativo grazie alla maestria compositiva di Reger che era organista ed aveva una padronanza della scrittura polifonica magistrale.

Il risultato è stato veramente impressionante per una quattordicenne. Questo commento penso possa riassumere le mie impressioni dal concerto.

Se è Mozart a farla da padrone sempre e comunque – e come potrebbe essere altrimenti? – i programmi riservano a volte pagine inaspettate di autori tutt’altro che “canonici”; questa volta però il protagonista assoluto, cosa che gli riesce assai bene, è il Genius loci.

L’idea di partenza, ovvero quella di rappresentare il protagonista come autore della distruzione totale di tutto ciò che venga a contatto con lui – esattamente come opera il Diavolo che “cade in mezzo” e spariglia, creando un “prima” e un “dopo” attraverso un “durante” distopico – sarebbe buona, peccato che resti più sulla carta che sul palcoscenico.

John Eliot Gardiner, gentiluomo della bacchetta, conduce – insieme all’impeccabile Camerata Salzburg e all’indescrivibilmente bravo Monteverdi Choir – il pubblico della Haus für Mozart attraverso i meandri più reconditi degli impaginati schumanniani rendendone il senso immediatamente intellegibile.

“Schweigen und tanzen” – Tacere e danzare – sono le ultime parole di Elektra vendicatrice e vendicata, ma questa volta la danza è affidata a mosche avide che ripuliscono il sangue versato e dalle quali nasce uno sciame che costringe alla fuga Orest […]

Giunta ormai alla settima replica per questo Opera Festival 2021, Aida di Giuseppe Verdi è titolo immancabile e sacro per l’Arena di Verona. Nel compromesso nato tra il protrarsi dell’emergenza sanitaria e la voglia di riappropriarsi della drammaturgia, siamo testimoni di un ridimensionamento fisico delle masse sceniche a cui eravamo solitamente abituati.

Al netto di particolari che non sono così decisivi ma che probabilmente i “talebani” in lotta contro il teatro di regia nell’opera giudicheranno scandalosi, lo spettacolo offre un’ambientazione allo stesso tempo molto sofisticata ma troppo carica.

Il non facile compito di ridare vita al Bruschino è stato affidato quest’anno – trascorso quasi un altro decennio – alla rinomata “sigla” Barbe & Doucet, che firma regia scene e costumi fa con questo spettacolo il suo debutto al ROF, dove giunge dopo avere raccolto molti successi da un capo all’altro dell’Europa.

Trentotto anni dopo, Pier Luigi Pizzi ha chiuso il cerchio di Mosè al Rossini Opera Festival. L’azione tragico-sacra scritta per il San Carlo di Napoli nel 1818 era stata la sua seconda prova registica a Pesaro, nel settembre del 1983.