Bruno Maderna

Certamente gli sarebbe piaciuta l’assai esauriente biografia Mario Baroni e Rossana Dalmonte, ovvero i due musicologi che della conservazione e diffusione dell’opera del compositore veneziano hanno fatto una vera missione.

Appare sempre più evidente che quando saremo davvero fuori dall’incubo, quel giorno da radioso potrebbe diventare “grigio” se nel nome dell’esaltante quanto imprescindibile ascolto in presenza, sfortunatamente venisse chiuso o ridotto a “gocciolare” il prodigioso, miracoloso rubinetto degli streaming.

Personaggio formidabile Pauline Viardot, alla quale il Palazzetto Bru Zane ha dedicato il concerto in streaming – visibile su Bru Zane Replay – in occasione della Giornata internazionale dei Diritti delle Donne.

Nei due titoli dello spettacolo, la rarità era costituita dallo “Scherzo comico” Il parlatore eterno, vero e proprio “divertissement” firmato nel 1873 da Amilcare Ponchielli in coppia con il librettista Antonio Ghislanzoni, che un paio di anni prima aveva dato a Verdi il testo di Aida. In tempi moderni, risulta che l’operina sia stata rappresentata soltanto un’altra volta, nel 2006.

Giorgio_Berrugi

L’ottimo accordo tra la mise-en-espace di Ludovico Rajata e la regia televisiva di Antonio Di Giovanni – cui si affianca la tutt’altro che secondaria regia audio di Manfredi Clemente – permette di dare vita ad uno spettacolo perfettamente godibile anche nell’ambito della bidimensionalità imposta dallo streaming […]

Questo concerto non avevo in progetto di recensirlo, ma ci sono volte in cui l’urgenza di comunicare, di condividere ti fa uscire da una sala pensando: «Devo scriverne, bisogna che si sappia che questa cosa è avvenuta»

Carmela_Remigio

L’ultraterrenità di Mahler è tragica e terrificante; Vita celestiale? Sì, ma quella di una dimensione che tutto è fuorché idilliaca, rappresentazione plastica di una realtà “altra” ma infinitamente più inquietante di quella “vera”, in una distopia crescente e via via sempre più inquietante.

Scevro da ogni retorica sensuale, minimalista antididascalico, Damiano Michieletto – in totale simbiosi con gli insostituibili  Paolo Fantin, Carla Teti e Alessandro Carletti –affronta il grande titolo straussiano creando una serie di citazioni di natura simbolista che in parte riassumono con immagini iconiche l’essenza del dramma. 

Opéra_de_Paris

Inutile cercare in questa Aida l’armamentario di piramidi-sfingi-palme che tradizionalmente accompagna questo capolavoro, del resto ambientato secondo libretto proprio nel paese dei faraoni in un’antica e lontana epoca storica.

Di fronte a questa ribollente “materia drammaturgica”, nello spettacolo che ha segnato il suo debutto all’Opera Unter den Linden di Berlino, Damiano Michieletto ha scelto la via di un anti-naturalismo capace di essere allo stesso tempo elegante nella sua astrattezza e funzionale all’esaltazione del realismo psicologico che attraversa l’opera.

In questo grigiore la cui nebbia impedisce di vederne la fine, l’Oxford Lieder è riuscito comunque, con sforzi enormi e risultati notevoli, a proseguire la sua attività e a offrire al suo pubblico regali preziosi. Istituzione inglese dedicata alla celebrazione della liederistica, Oxford Lieder festeggia nel 2021 il ventesimo anniversario.

Quella tra opera e cinema è un’attrazione fatale in cui – come in ogni rapporto passionale che si rispetti – momenti di intensa complicità si alternano ad altri in cui il desiderio di reciproca distruzione si mostra con prepotenza.

Federica_Guida

La lettura di Giovanni Antonini è efficace nei concertati e nei finali dove viene resa con adeguata enfasi tutta la sprizzante vitalità mozartiana, ma diventa più prevedibile nei momenti di maggior pathos di questa ricchissima opera. 

Teatro_Massimo

Quando l’incubo sembra dissiparsi in una qualche “luce” musicale e perfino drammaturgica più confortevole e rassicurante, subito ci si ripiomba a capofitto. E anche questo fa parte della fenomenologia dei brutti sogni, se così vogliamo chiamarla.

Simone_Tangolo

In poco più di trenta minuti si condensano tutte le speranze di un tempo che ritrova se stesso e si fa a sua volta ritrovare attraverso la musica intesa come riappropriazione dello spazio, permettendo allo spettatore di immaginare un mondo che vada al di là della routine per ritrovare dimensioni “altre”.