eatrice Venezi non si lascia sopraffare dai luoghi comuni, li perpetua: «Chiunque – ci racconta – può innamorarsi della musica classica, che, come ha fatto lei, facendosi condurre dalla giusta guida, è arrivata a capire che la melodia può essere un mezzo per scoprire il mondo, il ritmo, un tentativo di ascoltare noi stessi e l’armonia, una prova di vita sociale.».
Lo spettacolo, accolto con grande calore da un pubblico molto attento e partecipe, voleva offrire spunti legati al tema culturale principe del 2020: Il porto delle diversità. Ci è riuscito? A noi non pare. Parlare di diversità è diventato, allo stato attuale, più che un imperativo etico-morale, una moda.
Memorabile concerto all’Auditorium Parco della Musica. Il Maestro Daniele Gatti ha diretto l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia in un programma impegnativo […]
Un ritorno che ha scosso gli animi di molti, quello di Mikhail Pletnev alla Sala Verdi, lo scorso 17 febbraio per le Serate Musicali milanesi. Pletnev da sempre lascia il segno come pianista capace di interdire – ne bene e nel male – l’orecchio e il cuore di molti ascoltatori; […]
Il surreale si addice all’Italiana in Algeri, che – come ormai sa anche chi di opera non si interessa – fu definita da Stendhal “una follia organizzata e completa” è sembrata la produzione perfetta nella temperie di emergenza sanitaria che ha colpito il Veneto, e non solo, in queste ultime ore.
Con un programma interamente russo Daniele Gatti è tornato sul podio dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia il 20 febbraio. In prima parte la versione del ’47 del Petruška di Stravinskij e in seconda la Cantata dall’Alexander Nevskij di Prokofiev.
Playing, suonando ma anche giocando, è il titolo che l’Associazione Chamber Music di Trieste ha dato alla sua stagione concertistica 2020, la venticinquesima della sua breve storia, che da quest’anno si svolge al Teatro Miela di Piazza Duca degli Abruzzi.
Torna al Teatro Costanzi l’Evgenij Onegin di Pëtr Il’ič Ciajkovskij, e a Roma si respira la cultura della Russia europea. Diretto da James Conlon, con grande chiarezza, e con la regia epurata di Robert Carsen il capolavoro di Ciajkovski ritorna in scena quasi vent’anni dopo l’ultima rappresentazione con Mirella Freni nel ruolo di Tat’jana.
È da pochi giorni sugli scaffali delle librerie Karajan, Ritratto inedito di un mito della musica (pagg. 265, euro 18), l’omaggio che Leone Magiera rende a uno dei più grandi direttori d’orchestra di tutti i tempi, uscito per i tipi di La nave di Teseo in una bella veste grafica.
Il grottesco come chiave di lettura dell’intera storia umana che, almeno dai tempi di Eva & company, si può riassumere in due concetti piuttosto semplici: gli uomini sono stupidi, le donne tendenzialmente no.
In scena si ripercorre per oltre due ore la vita dell’attrice, attraverso simboli ricorrenti come i fiori, amati dalla Duse tanto da portarli spessissimo in scena, e le sue relazioni più significative (ad eccezione del marito e della figlia che non vengono rievocati).
Al Teatro Nuovo Shaham è stato al centro dell’appuntamento udinese con la Luzerner Sinfonieorchester, l’orchestra residente del Kultur-und-Kongresszentrum di Lucerna, la più antica compagine strumentale svizzera fondata nel 1806, con più di duecento anni di storia.
Approfittando della sua presenza a Trieste per la direzione di Boris Godunov, la Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi ha impegnato il Maestro Alexander Anissimov anche nel quarto Concerto della Stagione sinfonica 20129/2020.
Dopo averle dedicato il docufilm Maria by Callas, Tom Volf torna sul luogo del delitto e dà alle stampe Maria Callas, Io, Maria che Rizzoli ha da qualche tempo mandato nelle librerie italiane.
Ospite fisso delle stagioni musicali alla Fondazione Luigi Bon in provincia di Udine, sono sei anni consecutivi che il decano del pianoforte, così viene chiamato l’insuperabile Grigory Sokolov, tiene un recital da tutto esaurito nella sala concerti della città dell’arte e della musica di Colugna,
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