Il concerto di sabato 2 febbraio dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta da James Conlon, trasmesso in diretta da Rai Radio 3, è stato un vero e proprio viaggio nel repertorio italiano a cavallo tra ‘800 e ‘900.

Protagonista Nicola Marchesini, controtenore di razza e primo nel suo registro a vincere il concorso “Iris Adami Corradetti”, chiamato da Riccardo Muti a al Festival di Salisburgo e protagonista della Barocco-Renaissance italiana.

La regia trae spunto dalla vita del compositore e dalla tormentata lotta contro la propria omosessualità. Le cronache raccontano il tentativo di “di redimere la propria anima dalle sofferenze morali che lo avevano afflitto negli ultimi anni” (cit. Modest Čajkovskij) attraverso un matrimonio che fallisce miseramente.

Le poesie in musica d’importanti poeti friulani del Novecento e dell’età contemporanea sul palcoscenico del Teatro Nuovo Giovanni da Udine. Un appuntamento unico nel suo genere indirizzato alla valorizzazione del ricco patrimonio poetico friulano d’oggi, grazie alla presentazione dell’opera discografica realizzata dalla cantante Elsa Martin e dal pianista Stefano Battaglia dal titolo “Sfueâi”.

Lo spettacolo, coprodotto con il Teatro Alighieri di Ravenna e con la Fondazione Ravenna Manifestazioni, è molto sobrio nel suo insistere sull’alternanza di bianco e nero.

Lo firmano Marin Blazevic, sovrintendente del teatro, per la regia, con le collaborazioni di Alan Vukelic per le scene, Sandra Dekanic per i costumi e Mila Culjak per la coreografia.

Dopo un travagliato inizio di stagione, tra cambi in cartellone in corso d’opera e scioperi di maestranze, al Teatro Filarmonico di Verona va in scena Il Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart. La regia è affidata a Enrico Stinchelli, nome noto nell’universo operistico soprattutto per il suo ruolo di conduttore e autore della Barcaccia su Radiotre.

Un olio su tela romantico, fatto di bianchi e neri e mezzetinte, il balletto Winterreise che ha debuttato alla Scala di Milano in prima assoluta lo scorso 24 gennaio […]. Una creazione, questa di Angelin Preljocaj, che meriterebbe di essere vista almeno due volte, perché nella sua densità e pregnanza di significato richiede una certa preparazione della mente e dello spirito

In una Scala gremita di pubblico (come non sempre avviene nei recital di canto), si è tenuto ieri il concerto del mezzosoprano francese Marianne Crebassa e del pianista turco Fazil Say.

Il giovane eroe eponimo accasciato su una poltrona al proscenio, in pugno la pistola con la quale a breve porrà fine ad una vita che gli è diventata insostenibile; così si apre il Werther nel bell’allestimento firmato da Rosetta Cucchi.

Dalla Goldener Saal del Musikverein di Vienna alla gremita sala del LAC di Lugano. Per la prima volta i Wiener Philharmoniker si sono esibiti, lo scorso 18 gennaio, per il pubblico della Svizzera Italiana, nell’ambito della stagione di LuganoMusica.

L’altra sera il giro si è allargato con il debutto vicentino – sala grande del Teatro Comunale – dell’Ensemble Scharoun, intitolato all’architetto che progettò fra gli anni Cinquanta e i primi Sessanta la Philharmonie, l’edificio a sua volta mitico che è la casa madre dell’orchestra, fra il Tiergarten e la Potsdamerplatz, fino a trent’anni fa a poche centinaia di metri dal Muro.

Capita spesso, tra i frequentatori assidui di teatro, di pronunciare o di sentir pronunciare la frase: “eh ma queste cose in Italia quando le vedremo?” Signore e signori, benvenuti nel futuro. Datato 1455. Si parte da un rogo con tanto di strega pronta ad essere arsa viva per entrare nel musical più sorprendente che sia mai stato scritto in Italia.

Dallo spazio antiteatrale del Farnese di Parma al palcoscenico di un teatro classico; Le trouvère torna ad essere l’originario Trovatore, che Robert Wilson rimonta– per l’inaugurazione di stagione del Teatro Comunale di Bologna – conferendo al tutto un’atmosfera di compiuta intimità, che risalta ancor di più nello spazio concluso della sala del Bibiena.

Mercoledì 16 gennaio 2019 si è celebrato all’Auditorium de “LaVerdi” un anniversario molto importante, sia per la Città di Milano che per la Cultura del nostro Paese.

Chi non ha mai ascoltato Krystian Zimerman dal vivo difficilmente può immaginare i suoi concerti. Il celebre pianista polacco, noto per l’appassionata perfezione delle sue peraltro magnifiche incisioni, trova dal vivo una dimensione spesso e volentieri assai diversa. Krystian Zimerman sbaglia e quando sbaglia suona anche meglio.