Premesso che l’architettura del Duomo di Piacenza novecento anni fa non è stata pensata per accogliere questa musica e che molti dettagli si perdono a causa di un’acustica generosamente riverberante, la resa è stata di altissimo livello.

Ora, con questa Bohème Mario Martone mette a posto le carte: nel dichiarare chiusa l’emergenza teatrale

Stavolta però la scelta è caduta sulla versione francese del 1774 su libretto di Pierre-Louis Moline, che per la prima volta è stata rappresentata a Firenze.

La scelta della Passione secondo Giovanni BWV 245, qui nella sua quarta versione (1749), di Johann Sebastian Bach è apparsa particolarmente centrata per questo concerto inaugurale.

Il maestro Chung sale sul podio, scarno da ogni esteriorità, aspetta il silenzio, lo cerca, lo richiede per ricrearlo e ritrovarlo nella partitura della Sinfonia n. 9 in re maggiore di Mahler. 

A Savall è toccato il compito di chiudere la stagione degli Amici della Musica di Firenze:affiancato da Hakan Gungor al kanun (una cetra diffusa nei paesi arabi) e Dimitris Psonis a salterio, oud e percussioni

Fulcro centrale della serata, che si è tenuta nella nuova sala Zubin Mehta. è stata la Missa in tempore belli, conosciuta anche come Paukenmesse

Sono dieci cantori impeccabili, che rendono stucchevole la definizione di maniera della voce come strumento, tale è la perfezione dei singoli e dell’insieme, la misura e la profondità della linea di canto

Complice di questa importante e ormai promossa regia la direzione dello spagnolo Pablo Heras-Casado, maestro dal repertorio eclettico che spazia con disinvoltura dal Rinascimento al Novecento.

Testi agili, pensati anche per una lettura “singola”, per una meditazione ragionata non riservata solo agli addetti ai lavori, ma anche e soprattutto per avvicinare anche il semplice appassionato.

L’ORT diretta da Andrea Battistoni attraverso Casella, Martucci, Rachmaninov e Stravinskij ci racconta la modernità in musica

Programma intrigante quello scelto dal violoncellista palermitano, a cominciare l’Improvvisazione che apre il concerto, proponendo sonorità legate alla tradizione mediterranea in cui trovano posto, ovviamente, richiami alla musica del vicino Oriente e quindi del maquam.

Alla fine la conquista di Gerusalemme si riduce, in chiave post-moderna, nella distruzione di un chiosco di kebab e la conseguente uccisione del povero gestore, con tanto di striscione “Deus vult” é…*

L’occasione a Firenze di ascoltarli è stata nell’ambito della stagione degli Amici della Musica sul palco del Teatro della Pergola.

Si ricredano gli scettici passatisti convinti che l’opera sia un genere superato, senza presente, senza futuro.  La dimostrazione del contrario arriva adesso dall’Opera di Parigi che apre la stagione con una nuova produzione a Palais Garnier di A Quiet Place,